Ma che cosa vuol dire guadagnare un reddito dignitoso?
Quando parliamo di un reddito e di un salario dignitoso, parliamo di qualcosa di molto essenziale: una casa che ci ripari; acqua potabile disponibile (sì, anche solo nel pozzo del villaggio); avere abbastanza per mandare i figli a scuola, per potersi curare quando si ha bisogno; mangiare 3 volte al giorno; mettere via un po’ di risparmi per le situazioni di emergenza; e magari poter accumulare un po’ per il momento della vita in cui non saremo più in grado di lavorare. Vi sembra troppo?
Eppure, ci sono milioni di persone che queste condizioni non possono permettersele. Come i lavoratori delle piantagioni del tè in Assam (India) oppure in Kenya; i coltivatori e le coltivatrici di fiori in Etiopia; quelli di banane in Costa D’Avorio e Repubblica Dominicana. Se pensiamo che il 46% di quello che mangiamo dipende dai piccoli agricoltori (432 milioni di persone), ci rendiamo conto di come risolvere questa disuguaglianza sia veramente cruciale per assicurarci il cibo nel presente e nel futuro.
Veniamo al caso dell’Honduras e dell’eccellente caffè che produce: è giusto che gli agricoltori che lo coltivano non riescano nemmeno a guadagnare un reddito dignitoso?