Ora, quello che si è di fatto verificato a seguito dell’inserimento del LID è stato un calo degli ordini a tutti gli effetti. Alcuni attribuiscono la situazione alla contingenza generata dalla pandemia, mentre secondo altre fonti negli scorsi mesi i buyer, come tutta risposta all’aumento dei costi della materia prima, hanno ridotto i quantitativi di merce stoccata oppure hanno cercato il cacao da altre origini.
E così per la raccolta che sta iniziando in questi giorni i governi di Costa d’Avorio e Ghana hanno abbassato del 25 per cento il prezzo “farm gate”, cioè quello che viene pagato dai trader alle organizzazioni. Si sono dovuti piegare di fronte alle contingenze, nella speranza di assicurare comunque le vendite ai loro produttori. Non c’è nemmeno bisogno di dire che a perderci, in tutta la faccenda, saranno solo i contadini, l’ultimo anello della filiera.
Per quello che riguarda le cooperative Fairtrade, la rete di salvataggio del Prezzo Minimo assicurata dalla certificazione entrerà in azione. Ciò significa che i contadini guadagneranno 2.400 $ per tonnellata, cioè circa il 13 per cento in più del prezzo governativo più il LID, per un totale di 318 $ per tonnellata. Inoltre continueranno a ricevere in aggiunta il Premio Fairtrade di 240 $ per tonnellata, per investire nelle organizzazioni e nella comunità.
Fairtrade ha anche stabilito dei valori di riferimento per un reddito dignitoso più alti del Prezzo Minimo, che alcune aziende si stanno impegnando volontariamente a corrispondere, e in partnership con le stesse aziende sta lavorando per migliorare le condizioni di vita dei contadini e di sostenibilità all’interno delle filiere.