L’agricoltura ha a che vedere con i diritti umani?

La maggior parte di noi associa i diritti umani all’uguaglianza, alla libertà di religione e di espressione e alla libertà dalla schiavitù e dalle persecuzioni.
Ma ci sono anche altri diritti, che la comunità internazionale afferma da anni – dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani, 71 anni fa, alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e dei popoli che lavorano in aree rurali – e che incidono tutti i giorni sulla vita di molti piccoli produttori e lavoratori del settore agricolo nel mondo.
Sono il diritto ad un guadagno giusto e buono, che assicuri una vita dignitosa; il diritto a uno standard di vita adeguato per quanto riguarda la salute e il benessere; la libertà di associazione, incluso il diritto a riunirsi in sindacato e alla contrattazione collettiva; il diritto per i bambini di accedere a una scuola sicura e a una adeguata protezione.
In agricoltura, esempi di violazione di questi diritti sono:

  • prezzi bassi pagati ai contadini, che provocano povertà estrema: questo viola i diritti dei produttori di godere di uno standard di vita dignitoso e spesso causa ulteriori violazioni di altri diritti, come ad esempio il diritto alla salute e al benessere;
  • discriminazione nei confronti delle donne e di altre minoranze: questo comporta che le persone siano prigioniere di situazioni lavorative di sfruttamento e nega loro il diritto a una giusta protezione e una remunerazione equa;
  • i datori di lavoro dissuadono i lavoratori dai tentativi di sindacalizzazione: impedire l’adesione ai sindacati in tutte le forme viola la libertà di associazione.

Fairtrade riconosce che i diritti umani sono universali. Riconosciamo inoltre che i Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani, inclusi i diritti dei bambini e i principi di business, sono il quadro di riferimento per proteggere e rispettare i diritti umani di contadini, lavoratori e delle loro comunità. Questo costituisce la base per le responsabilità di tutti gli attori lungo la filiera.

Dove entra in gioco Fairtrade

Da più di 30 anni Fairtrade difende questi principi, sottolineando la responsabilità dei compratori e dei distributori nell’assicurare che le pratiche aziendali, inclusi i prezzi che stabiliscono, non violino i diritti dei contadini e dei lavoratori, delle loro famiglie e comunità.
Gli Standard Fairtrade richiedono alle organizzazioni di produttori e alle aziende di sottostare a regole che:

  • garantiscono un prezzo equo per i contadini;
  • assicurano un’organizzazione democratica;
  • costruiscono eguaglianza per le donne;
  • supportano i diritti dei lavoratori e rendano sicure le condizioni di lavoro;
  • danno ai produttori più potere nelle relazioni commerciali.

Non solo: nelle sfide specifiche legate ai diritti andiamo più a fondo. Abbiamo sviluppato prezzi di riferimento per il salario dignitoso per alcuni prodotti e regioni chiave (come il cacao e la vaniglia) e lavoriamo con i partner per andare oltre questi prezzi e raggiungere un reddito dignitoso per gli agricoltori.
Per combattere il lavoro minorile, le organizzazioni di produttori in 11 paesi hanno implementato il nostro Sistema di monitoraggio e rimedio basato sull’inclusione dei giovani. Il prossimo anno, alcune organizzazioni di produttori applicheranno questo sistema anche nei confronti del lavoro forzato e della violenza di genere.
Promuoviamo attivamente il dialogo sociale e la contrattazione collettiva tra management e lavoratori nelle piantagioni certificate Fairtrade.
Ecco alcuni esempi di come Fairtrade aiuta i contadini e i lavoratori a realizzare in maniera più piena i loro diritti.

Promozione della parità di genere e coinvolgimento dei giovani

Fairtrade organizza le Scuole di leadership per le donne in tutte le regioni in cui si trovano organizzazioni di produttori, inclusi 4 paesi della regione dell’Asia e del Pacifico. Nel programma di studi delle partecipanti ci sono i diritti delle donne e lo sviluppo dell’autostima; imparano a diversificare il reddito e a gestire un progetto e a condividere le loro conoscenze quando rientrano nelle loro comunità.
Tran Ban Hung, manager di un programma in Vietnam per il Network dei produttori Fairtrade di Asia e Pacifico (NAPP), dice che la scuola di leadership “aiuta le produttrici, specialmente le giovani contadine, ad attrezzarsi nell’ambito dei diritti umani e femminili. In questo modo possono diventare delle paladine del cambiamento. Cambiamento per la comunità e cambiamento per le loro cooperative, per portare a una generazione che protegga i diritti dei contadini e specialmente delle donne e di altre persone vulnerabili”.
In Colombia, a settembre, il network regionale dei produttori (CLAC) ha organizzato dei workshop in cui rappresentanti delle cooperative Fairtrade condividevano le loro esperienze per stimolare le loro organizzazioni a una migliore inclusione di donne e giovani. Per fare in modo che i soci delle organizzazioni e le loro comunità siano più consapevoli dei diritti di genere è stato implementato un set di strumenti per l’inclusione. Altri workshop, a cui hanno partecipato giovani da 25 cooperative, hanno sviluppato competenze di leadership trasformativa e imprenditorialità, con lo scopo di rafforzare la prossima generazione di contadini.

Sostegno al diritto di guadagnare abbastanza per vivere dignitosamente

Segundo Alejandro Guerrero Mondragón è un cafficoltore, uno dei soci fondatori di Norandino, una cooperativa certificata Fairtrade nel nord del Perù. Coltiva la sua terra con la moglie e i due figli: “Il caffè è la nostra vita”, dice. Il prezzo globale del caffè ha raggiunto il minimo da 12 anni lo scorso anno, rimanendo per la maggior parte del 2019 sotto a un dollaro per libbra; è un prezzo che non permette agli agricoltori di andare in pareggio. Il Prezzo Minimo Fairtrade agisce come una rete di salvataggio in casi come questi e dà sicurezza quando viene minacciato il diritto di guadagnare abbastanza per vivere dignitosamente.

Segundo Alejandro Guerrero Mondragón, sua moglie Laura Alberca de Guerrero e i figli Omar e Hugo. © Eduardo Martino / The Fairtrade Foundation

Segundo vuole che siano i suoi figli a prendere in mano l’azienda, in modo che siano le generazioni future continuare la tradizione famigliare della coltivazione di caffè. Dice suo figlio Omar: “Grazie a questa produzione di caffè, i genitori hanno potuto dare ai figli una buona istruzione, e ora anche i figli dei loro figli possono avere una carriera.”

Diritti garantiti per le popolazioni indigene

Proprio quest’anno, la United Workers’ Foundation dell’azienda bananera Don Marce, in Colombia, ha usato i fondi del Premio per costruire una caffetteria scolastica, rinnovare un’aula e fornire un serbatoio d’acqua nell’insediamento di Marbasella nel dipartimento di Guajira, a 30 chilometri dalla piantagione e 50 dalle abitazioni dei lavoratori. Qui vivono circa 200 indigeni del gruppo etnico di Wayu. I loro figli e quelli delle comunità circostanti beneficiano continuamente di questi miglioramenti.
Questi sono solo piccoli esempi dei miglioramenti concreti possibili quando le persone si sentono forti perché conoscono i loro diritti e vogliono lottare per vederli rispettati. C’è ancora molto da fare ma un modo per manifestare di essere dalla parte dei diritti umani, non solo oggi che li ricordiamo ma tutti i giorni, è quello di scegliere Fairtrade.
 

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