Il ruolo cruciale che gli agricoltori hanno svolto durante la pandemia dovrebbe essere riconosciuto da tutti. I piccoli contadini sono responsabili di circa il 35% della produzione mondiale di cibo. E proprio loro sono tra quelli più colpiti da COVID-19. In Indonesia, i cafficoltori prevedono perdite nelle vendite dal 70 al 90 % rispetto allo scorso anno. La raccolta del tè in India era nella sua fase culminante quando è arrivata la pandemia all’inizio dell’anno. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UN Conference on Trade and Development) le vendite di cotone caleranno del 22 % quest’anno. Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha denunciato che in America Latina sono 16 milioni le persone che rischiano di non avere abbastanza cibo per sopravvivere a causa della crisi economica, della stagione degli uragani e della pandemia da COVID-19. Questa lista è lungi dall’essere completa se si tratta di valutare tutte le conseguenze che la pandemia sta producendo sulle persone più vulnerabili delle filiere globali e del commercio internazionale.
Il finanziamento di 15 mln di euro coprirà un periodo di due anni e riguarderà sia misure emergenziali a breve termine che altre più strutturali e di lungo periodo in Asia, Africa, America Latina e nei Caraibi. Aiuterà i produttori agricoli a:
- avviare e portare a termine programmi per prevenire la diffusione di COVID-19
- garantire sicurezza alimentare
- garantire e aumentare i salari diversificando le coltivazioni e i mercati
- affrontare le problematiche relative ai diritti umani lungo le filiere
- migliorare le tecnologie digitali come basi per la ricostruzione delle imprese e resilienza per il futuro.
Sono più di 1700 le organizzazioni parte del sistema Fairtrade a livello globale, e rappresentano 1,8 milioni di contadini e lavoratori.