La Camera approva la proposta di Legge sul Commercio Equo

Definendo all’Art. 5 gli “Enti di promozione delle filiere e dei prodotti del commercio equo e solidale“, la proposta di legge approvata alla Camera, a differenza di altre leggi regionali, riconosce finalmente il ruolo del commercio equo certificato, che opera in Italia e in Europa da oltre vent’anni.

Il marchio di certificazione è infatti lo strumento che garantisce al consumatore che tutti gli attori della catena di produzione, trasformazione e commercializzazione abbiano rispettato standard stabiliti per contrastare lo squilibrio di potere nelle relazioni commerciali, regolare le instabilità dei mercati e superare le ingiustizie del commercio tradizionale.

Oggi (dati 2014) il commercio equo certificato genera vendite al consumo per un valore di 5,9 miliardi di euro a livello mondiale, contribuendo a migliorare le condizioni di vita di oltre 1,5 milioni di produttori in Asia, Africa e America Latina.

“Il commercio equo certificato gioca la difficile partita di affermare i valori di trasparenza, sostenibilità, affidabilità e rispetto per l’uomo e per l’ambiente spesso sul medesimo terreno e negli stessi luoghi che sono il tempio dei grandi attori del sistema agroindustriale mondiale”, afferma Giuseppe di Francesco, presidente di Fairtrade Italia.

“In questo confronto con  le 10 grandi società multinazionali che, secondo un rapporto di Oxfam del 2014, attraverso i loro 500 marchi controllano buona parte del cibo che mangiamo, giocano da alleati i licenziatari dei marchi (che la Legge identifica al comma 2 dell’Art. 6). Ovvero aziende responsabili che, nel rispetto degli standard di certificazione e sotto il controllo degli organismi di certificazione, importano, trasformano e mettono in commercio caffè, cioccolato, zucchero, garantendo condizioni eque ai produttori”.

“Ma il principale alleato è il consumatore – conclude Di Francesco – che, riconoscendo il marchio, può con fiducia scegliere un prodotto certificato del commercio equo nei luoghi in cui abitualmente va a fare la spesa.  Scegliendo con la testa e votando con il portafoglio si può orientare il mercato in modo positivo”.

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