Fairtrade al G20: risposte alla crisi COVID-19

Secondo le ultime previsioni della Università delle Nazioni Unite, più di mezzo miliardo di persone nei prossimi mesi potrebbero diventare povere a causa dell’emergenza Covid-19. E tra queste, le centinaia di migliaia di lavoratori che si occupano della produzione del cibo che consumiamo quotidianamente. I produttori Fairtrade vivono in comunità dove gli ammortizzatori sociali sono carenti o non esistono, dove i sistemi sanitari sono inadeguati o mancano del tutto, dove spesso non c’è acqua potabile e pulita. E ora la crisi, distruggendo le catene di fornitura globali, mette a rischio la loro primaria forma di guadagno.
Per cercare di dare una risposta a questa situazione i direttori delle Organizzazioni Fairtrade di tutto il mondo hanno scritto al rappresentante dei leader del G20, Sua maestà il Sultano bin Abdulaziz Al Saud, Re e Primo Ministro dell’Arabia Saudita, e ai loro capi di governo, tra cui il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte.
Esortiamo i leader del G20 a dare una risposta globale a questa crisi per i paesi a basso reddito; abbiamo identificato cinque punti su cui è necessario agire subito. Il movimento Fairtrade rappresenta circa 10 milioni di persone e siamo pronti a offrire la nostra collaborazione per minimizzare l’impatto di questa crisi nella parte più povera del mondo e nelle comunità più vulnerabili”, ha dichiarato il Direttore di Fairtrade international Dario Soto Abril: “Sostenendo i produttori in questa emergenza, sia economicamente sia a livello sanitario, sosterremo nello stesso tempo la sicurezza alimentare durante la crisi e nel periodo di ripresa. Ora più che mai, il G20 ha un urgente e condiviso interesse a garantire la resilienza e la sostenibilità delle filiere globali”.
Le proposte di Fairtrade riguardano:
1 – Protezione dei posti di lavoro e dei mezzi di sostentamento
• Nonostante siano necessari per la sicurezza pubblica, lockdown e altre restrizioni stanno mettendo a rischio sia i contratti di lavoro, che le fonti di guadagno degli agricoltori; tutto ciò se non sarà previsto adeguato supporto durante e oltre questo periodo.
• Molti dei Paesi a basso reddito in cui lavoriamo hanno ammortizzatori sociali deboli o inesistenti, e una perdita dei guadagni condurrà all’aumento della povertà e della fame.
• Chiediamo oltretutto ai Governi del G20 di lavorare con i retailer e con i trader per concordare la programmi di cassa integrazione per quelle filiere che importano beni alimentari o di altro genere da paesi a baso reddito, con un’attenzione particolare a quelle filiere dove gli agricoltori e i lavoratori sono esposti ad un alto rischio di povertà e fame.
• I programmi di cassa integrazione potranno essere finanziati da un insieme di meccanismi, come finanziamenti pubblici e privati, oppure attraverso l’impegno di retailer e trader a prorogare i termini dei contratti e della sospensione dei prestiti commerciali.
2 – Dispositivi di protezione individuale
• Nei Paesi a basso reddito dove non è stato imposto il lockdown per le aziende agricole e le piantagioni, dovrebbero essere forniti agli agricoltori e ai lavoratori adeguati DPI e formazione sul social distancing.
• Questo è un requisito necessario anche in quei Paesi dove è già attivo il lockdown, ma livelli minimi di lavoro sono necessari per tutelare la produzione e le vendite future dei produttori.
• Chiediamo con urgenza ai Governi del G20 di lavorare con i retailer e i trader affinché siano assicurati i DPI e la formazione necessaria.
3 – Rafforzamento del supporto sanitario
• Le stime fatte dall’Imperial College London indicano che ci saranno circa 900.000 morti in Asia, 300.000 in Africa e 160.000 in America Latina e Caraibi.
• Sono necessari aiuti ai Paesi in via di sviluppo per rafforzare il sistema sanitario, incluse le misure necessarie a prevenire e contenere i contagi.
• Tale supporto dovrebbe dare particolare enfasi alle comunità vulnerabili nelle aree rurali e urbane.
4 – Ampie misure economiche
• Supportiamo l’appello dell’ex Primo Ministro del Regno Unito, assieme a Organizzazioni Non Governative internazionali come Oxfam e Save the Children, che chiede al G20 di coordinare una risposta globale alla crisi Covid-19.
• Supportiamo la loro richiesta di 150 miliardi di $ a favore dei Paesi in via di sviluppo, per aiutare i loro sistemi sanitari, la rete di previdenza sociale, e altre azioni urgenti; nonché l’emissione di $ 500-600 milioni di risorse aggiuntive da parte del FMI nella forma in cui è stato proposto lo Special Drawing Rights (SDR).
• Supportiamo anche la richiesta di cancellazione del debito dei Paesi in via di sviluppo, e segnaliamo l’urgenza per i Paesi del G20 di mantenere validi gli accordi commerciali esistenti con i Paesi in via di sviluppo, e di intraprendere misure per compensare le interruzioni causate dalla chiusura dei confini nazionali e dei ritardi nelle procedure doganali.
5 – Sostenibilità
• Proteggere il lavoro e le vite dei cittadini è la necessità più urgente a breve termine, ma sollecitiamo i leader del G20 ad assicurare che gli investimenti sopra menzionati facciano in modo che le filiere alimentari globali diventino più sostenibili e resilienti al cambiamento climatico, così come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e altre iniziative come il Green New Deal.
• COP26 sarà un’opportunità strategica per raggiungere un accordo su un nuovo approccio.

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