Che cosa significa per i produttori Fairtrade lavorare ai tempi di COVID-19? Che conseguenze stanno avendo le misure di contenimento e di prevenzione messe in atto da quasi tutti i Paesi del mondo sulle filiere alimentari che provengono dai Paesi in via di sviluppo? E la chiusura delle frontiere?
Accanto ai piccoli produttori e ai lavoratori di Asia, Africa e Centro Sud America stanno lavorando i Network di Fairtrade, molti attraverso lo smart working, altri ancora sul campo per dare informazioni e fare formazione. Ma non soltanto: le stesse organizzazioni dei produttori si stanno attivando per prestare soccorso ai più deboli nelle comunità, per fornire cibo, aiuti, prodotti per la disinfezione e sanificazione.
In Asia
La maggior parte dei produttori ha preso in mano la situazione e sta conducendo programmi di informazione sul COVID-19 tra i contadini e lavoratori. Molte organizzazioni di piccoli produttori stanno usando i soldi del Premio per fornire prodotti sanitari e supporti di vario genere. Ci sono alcuni produttori di palloni che hanno convertito la produzione in mascherine e le stanno distribuendo ai soci e alla comunità. La maggior parte dei Paesi ha chiuso le frontiere. La Napp, il Coordinamento dei produttori del continente, sta supportando le organizzazioni e le imprese in questo enorme lavoro di adattamento.
Per quanto riguarda i principali prodotti Fairtrade che provengono dall’Asia:
- Tè: più di 7000 coltivatori di tè Fairtrade e 65.000 lavoratori delle piantagioni sono a rischio di contagio da COVID-19. I produttori hanno chiesto di utilizzare il Premio per campagne di formazione, per comprare mascherine e prodotti per l’igienizzazione o per distribuire cibo. In India le piantagioni sono chiuse fino al 14 aprile. Il governo coprirà il 40% dello stipendio dei lavoratori e le piantagioni dovranno pagare il resto. Il governo dell’Assam ha di recente emanato una direttiva al Dipartimento del lavoro per imporre a tutte le aziende pubbliche e private, incluse le piantagioni, di non concludere i contratti di lavoro, anche quello a termine, e di non ridurre il loro salario. Le piantagioni stanno facendo corsi di formazione sulle misure preventive per tutti i loro lavoratori e il management. In Sri Lanka il periodo di coprifuoco è iniziato il 24 marz e alle piantagioni è permesso di lavorare per un solo turno, dalle 7 alle 13. Il governo ha deciso di fornire ai lavoratori un pacchetto di razioni secche del valore di 3.000 rupie nel quadro di un programma speciale in cui i beneficiari sono tenuti a sostenere la metà dei costi. Probabilmente le piantagioni Fairtrade utilizzeranno il Premio per coprire l’importo.
- Riso: la stagione di raccolta si è chiusa positivamente sia in India che in Thailandia.
- Cotone: il raccolto si è concluso a febbraio ma con la chiusura delle fabbriche di lavorazione, le vendite potrebbero risentirne. Non essendo un bene di prima necessità, si prevede una diminuzione degli acquisti e un accumulo eccessivo di scorte che potrebbero portare a una diminuzione dell’intera catena di approvvigionamento. Conseguenze importanti anche in Bangladesh dove gli ordini sono stati sospesi o cancellati.
- Caffè: le conseguenze sul mercato del caffè, uno dei prodotti più scambiati nel mondo, sono imprevedibili. Nella situazione attuale, è difficile raggiungere i produttori che vivono in zone molto remote dell’Indonesia e del Vietnam dove ancora rimane incerta la possibilità di trasportare il prodotto.
In Africa
Il team di Fairtrade Africa sta organizzando workshop su COVID-19 con i leader dei gruppi dei produttori per condividere materiale e informazioni che arrivano dai governi in modo che possano diffonderle tra le loro comunità. Si stanno attivando anche attraverso le stazioni radio per condividere messaggi e linee guida.
- Africa Orientale: nella regione vige un coprifuoco dalle 18 alle 6 di mattina rendendo difficile la vita soprattutto nel contesto delle baraccopoli in cui non esiste acqua corrente e dove il governo sta supplendo attraverso la fornitura di materiale per l’igienizzazione. Il raccolto del caffè sarà in un momento successivo e per ora il prodotto non sta risentendo della situazione. Il tè ha risentito della chiusura della principale asta che provocherà un impatto sulle vendite oltre che sui salari e sugli indennizzi ai lavoratori. Il settore che sta risentendo di più delle cobseguenze del COVID-19 è quello dei fiori dove la produzione si è fermata e alcuni lavoratori sono stati licenziati.
- Africa Occidentale: il cacao non è stato colpito dalle misure imposte dal COVID-19 ma potrebbero esserci delle difficoltà nelle esportazioni causate dalla chiusura delle frontiere. Campagne di educazione e informazione si stanno tenendo presso le piantagioni di banane anche per fornire dispositivi di protezione ai lavoratori per rispettare la distanza sociale e garantire la salute di tutti.
In America Latina
Il lavoro del Coordinamento dei produttori (CLAC) in Centro e Sud America si è focalizzato sulla diffusione delle misure preventive e delle raccomandazioni divulgate dai governi e dall’Organizzazione mondiale della sanità e sulla condivisione di buone pratiche.
Alcuni settori stanno ancora lavorando e le organizzazioni di piccoli produttori stanno implementando misure preventive per evitare la diffusione del COVID-19 e promuovendo il lavoro da casa per il personale amministrativo o riorganizzando gli spazi interni. Le misure di quarantena variano molto da Stato a Stato e la CLAC sta lavorando per cercare di armonizzarle, almeno sui luoghi di lavoro. Le organizzazioni dei piccoli produttori sono protagoniste nella diffusione delle informazioni e delle misure preventive ma anche nell’aiuto concreto alla popolazione, come nel caso dell’Ecuador. Mentre per quanto riguarda zucchero, cacao e caffè, la situazione non sta ancora risentendo dei blocchi nei trasporti, nel caso dei fiori, sempre in Ecuador la domanda è crollata e l’intero settore è in seria difficoltà.