COVID-19: gli emarginati soffrono ancora di più

Mentre il mondo sta continuando a combattere il Coronavirus, la Napp (il Coordinamento dei produttori di Asia e Pacifico), in un comunicato, segnala la preoccupante situazione a cui sono esposti donne, bambini, persone con disabilità, emarginati e senza dimora. Sì perché in questo periodo di panico globale per il diffondersi della pandemia, un virus ancora più pericoloso sta circolando, quello della discriminazione e dell’isolamento dei più poveri. Questa situazione infatti, ha messo allo scoperto le fratture sociali e politiche presenti nel sistema sociale di diversi Paesi dell’Asia.

Leelavati lavora come raccoglietrice di tè alla United Nilgiri Tea (India). Copyright Fairtrade International

Una situazione drammatica

Il sistema sanitario: non basta un sistema sanitario efficiente ma è necessario lavorare sull’inclusione sociale, la giustizia e la solidarietà che stiamo cercando di diffondere tra i nostri contadini e lavoratori.
Le persone senza documenti: la mancanza di risorse sufficienti accentua ancora di più la disuguaglianza e la discriminazione.  I migranti, particolarmente coloro che sono senza documenti, eviteranno gli ospedali per paura di essere identificati e denunciati, portando a una situazione ancora più catastrofica.
Bambini: centinaia di milioni di bambini nel mondo dovranno affrontare rischi ancora più grandi per la loro sicurezza e per il loro benessere: maltrattamenti, violenza domestica e basata sull’identità di genere, esclusione sociale e separazione a causa delle azioni intraprese per contenere la diffusione del virus. La discriminazione verso particolari razze, religioni o regioni potrebbe metterli nella situazione di interrompere la scuola portando a un aumento del lavoro minorile.
Donne: in molte situazioni di disastri naturali, le donne e i bambini sono i più colpiti. In questo scenario di chiusura in molti paesi nel mondo, dovremmo essere preparati a vedere il peggio in termini di violenza e discriminazione di genere che potrebbe colpire le donne senza accesso a reti di sicurezza, a sistemi di protezione e salute.
Migranti: mentre molti paesi hanno scelto di rafforzare i controlli alle frontiere per contenere la diffusione del COVID-19, è fondamentale che ciascuna misura di sicurezza sia implementata in modo non discriminatorio. I migranti e le loro famiglie sono spesso parte di gruppi marginalizzati e vulnerabili che stanno già vivendo difficoltà economiche dovute alle misure di contenimento. L’impatto della chiusura delle attività potrebbe particolarmente colpire i lavoratori malpagati e quelli dei settori informali, inclusi giovani e donne che spesso hanno lavori temporanei e precari e non possono accedere alle misure di protezione sociale. I lavoratori domestici possono essere i più colpiti dalle misure di distanziamento sociale e oggetto di discriminazione.

Ponmani lavora da 25 anni come raccoglitrice di tè per United Estate Nilgiri Tea, in India

Cosa sta facendo il Coordinamento dei produttori in Asia

  • Insieme ai governi locali, alle autorità e ai servizi sanitari, stiamo cercando di assicurare rifornimenti e equipaggiamenti di protezione che possano raggiungere i più vulnerabili nelle loro comunità;
  • stiamo diffondendo messaggi relativi alla salute pubblica e consigli per arginare la diffusione del virus per diminuire la mortalità;
  • nelle comunità dei produttori, stiamo fornendo sostegno a genitori, insegnanti ed educatori per l’apprendimento a casa e a distanza;
  • stiamo diffondendo l’uso dei social media e la condivisione di informazioni tra i giovani per il loro benessere psicologico e per combattere l’esclusione, il pregiudizio e la discriminazione;
  • Stiamo promuovendo l’attivazione di un numero verde nazionale a cui si possono rivolgere le persone per ragioni di sicurezza e protezione.

“Siamo impegnati a lavoreremo a fianco dei nostri soci produttori per garantire che sia praticato un approccio non stigmatizzante e non discriminatorio” ha dichiarato il direttore generale della Napp, Sanjeet Singh Khurana.
 

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