Caffè certificato Fairtrade: perché no?

Le torrefazioni italiane scelgono sempre di più il caffè certificato Fairtrade. Il consumo nazionale infatti cresce costantemente di circa il 10% ogni anno. Nel 2017 in Italia sono state vendute 811 tonnellate di caffè verde certificato Fairtrade, e altrettante all’estero.  Mente in Italia solo un terzo del caffè certificato viene veduto nei canali ho.re.ca., è importante il volume di questo settore per le torrefazioni italiane che vendono all’estero, principalmente in Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Austria. In Italia sono presenti 55 torrefazioni licenziatarie del Marchio e il caffè Fairtrade è servito in circa 1000 bar.

Che cosa garantisce la certificazione Fairtrade

Fairtrade è il marchio di certificazione del commercio equo e il marchio etico più riconosciuto al mondo (Globescan 2015). Il sistema internazionale Fairtrade garantisce ai produttori agricoli e ai lavoratori di Asia, Africa e America Latina un prezzo stabile (Fairtrade Minimum Price) per sostenere i costi medi di una produzione sostenibile, e assicura un margine di guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo a favore delle comunità come la costruzione di scuole, ospedali, corsi di formazione e borse di studio per il figli dei lavoratori, o il miglioramento della produzione (Premio Fairtrade). Inoltre assicura il rispetto dell’ambiente, della biodiversità e promuove l’agricoltura sostenibile.

Il Marchio Fairtrade sulle confezioni di caffè indica che il 100% del prodotto è realizzato con chicchi che provengono da organizzazioni certificate, tutte di piccoli produttori.

Per saperne di più sulle modalità di approvvigionamento di caffè da produttori del circuito equo solidale Fairtrade, vai sull’apposita sezione del sito: www.fairtrade.it/per-le-aziende/ o scarica la brochure (pdf,  1 MB).

Focus ambiente

Gli Standard ambientali Fairtrade prevedono che i cafetaleros non utilizzino prodotti contenenti organismi geneticamente modificati e che si dotino di un sistema di controllo sull’impatto ambientale delle attività che vengono svolte, oltre a piani per la diminuzione e il controllo dell’impatto, che deve essere costantemente monitorato.

Altri aspetti riguardano la gestione dei rifiuti; il controllo sull’erosione dei terreni e l’introduzione di sistemi specifici per ridurlo; l’inserimento di buone pratiche per incrementare la fertilità del suolo. Fairtrade ha avviato in particolare nel settore del caffè lo sviluppo di una serie di programmi per l’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici rivolti ai produttori, introducendo percorsi di formazione su nuove pratiche agricole.
Solo le organizzazioni di piccoli coltivatori possono iscriversi ai registri Fairtrade, pertanto sono escluse le piantagioni.
In più, i produttori di caffè ricevono il Premio Fairtrade di 20 centesimi a libbra (454 grammi) per caffè convenzionale e 30 centesimi a libbra per il caffè biologico. Almeno 5 centesimi del premio sono dedicati al miglioramento della produzione o della qualità. Fairtrade ha concentrato i suoi sforzi nell’organizzazione dei piccoli produttori che producono il 70-80 per cento del caffè a livello mondiale.

Supportando i piccoli produttori a organizzarsi autonomamente in cooperative o associazioni, i contadini possono negoziare migliori condizioni di commercio e Fairtrade può avere un impatto maggiore.

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