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Il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2020, stabilisce i nuovi CAM – i Criteri Ambientali Minimi per il servizio di ristorazione collettiva per la Pubblica Amministrazione. Al criterio del biologico è stato affiancato l’esplicito riferimento a Fairtrade: frutta esotica, cioccolato e altri prodotti come zucchero di canna grezzo o integrale e caffè devono provenire da “commercio equo e solidale nell’ambito di uno schema di certificazione riconosciuto o di una multistakeholder initiative quale il Fairtrade Labelling Organizations”.

Dietro i prodotti Fairtrade ci sono comunità di piccoli agricoltori che, grazie al riconoscimento di prezzi equi, possono migliorare le proprie condizioni di vita e investire nelle loro aziende agricole migliorando le tecniche di coltivazione convenzionali o biologiche. Questo è il motivo per cui i prodotti Fairtrade hanno un elevato potere evocativo e di motivazione al consumo: i decisori politici e aziendali si orientano ad azioni di responsabilità sociale mentre le famiglie e i consumatori aderiscono a modelli di consumo responsabile, che possono agire per il cambiamento.

I requisiti previsti dal D.M. del 10 marzo 2020 per i nuovi CAM

Obiettivo del Ministero dell’Ambiente è assicurare che anche nel settore della ristorazione collettiva vengano impiegate materie prime che: “sostengono modelli produttivi agricoli e di allevamento migliori sotto il profilo ambientale e mirano a sostenere le economie locali e anche i piccoli produttori”.

Il criterio del commercio equo e solidale è aggiuntivo o alternativo al biologico a seconda dei servizi di ristorazione per i quali viene indetta la gara di appalto. Ecco nel dettaglio cosa devono includere le stazioni appaltanti:

A. Servizio di ristorazione scolastica:

la frutta esotica (ananas, banane) dev’essere biologica oppure proveniente da commercio equo e solidale; le tavolette di cioccolata devono provenire da commercio equo e solidale nell’ambito degli schemi di certificazione già citati.

B. Servizio di ristorazione collettiva per uffici, università, caserme:

i prodotti esotici (ananas, banane, cioccolata, caffè, zucchero di canna grezzo o integrale) devono essere biologici e/o provenire da commercio equo e solidale.

C. Servizio di ristorazione collettiva per le strutture ospedaliere, assistenziali, sociosanitarie:

per i degenti dei reparti ospedalieri di neonatologia e pediatria la frutta esotica può essere biologica o provenire da commercio equo e solidale; per il personale operante si applicano i criteri ambientali del servizio di ristorazione collettiva per uffici, università e caserme di cui al punto B.

D. per la fornitura di derrate alimentari:

si applicano criteri analoghi a quelli previsti per i rispettivi servizi di ristorazione collettiva.

In caso di aggiudicazione della gara in base al rapporto prezzo-qualità, le stazioni appaltanti potranno inoltre richiedere e valutare come criteri premianti:

  • ulteriori requisiti come la doppia certificazione equosolidale e biologica;
  • l’impiego di ingredienti Fairtrade (es. cacao, zucchero, caffè, frutta) negli alimenti trasformati o preparati per altri servizi, come ad esempio le colazioni nelle case vacanza dei Comuni.

Perché inserire prodotti di commercio equo Fairtrade nella ristorazione collettiva?

“I prodotti Fairtrade soddisfanno i requisiti previsti dai CAM e sono certificati in tal senso” è la risposta breve a questa domanda.

Ma i vantaggi portati da Fairtrade non si limitano al semplice rispetto dei requisiti per il Green Public Procurement:

  • i prodotti certificati Fairtrade sono facilmente reperibili sul mercato: sono oltre 100 le aziende italiane licenziatarie che importano e distribuiscono frutta, cacao, zucchero e spezie Fairtrade: controlla l’elenco qui;
  • per le scuole, la presenza dei prodotti equosolidali potrà essere impiegata per lo sviluppo di percorsi didattici rivolti alla conoscenza delle condizioni di vita degli agricoltori e delle comunità della filiera alimentare e dei benefici sviluppati dalle politiche Fairtrade per il miglioramento delle loro condizioni di vita;
  • i prodotti equosolidali, per il loro alto gradimento, contribuiscono alla riduzione delle eccedenze che i nuovi criteri ambientali minimi impongono di monitorare in tutti i servizi di ristorazione pubblica;
  • per quanto riguarda la prevenzione e gestione dei rifiuti, i prodotti Fairtrade sono confezionati in modo da rispettare i parametri dei nuovi criteri ambientali minimi. I fornitori dei prodotti Fairtrade seguono altresì dei criteri per la riduzione delle emissioni inquinanti dei trasporti dei prodotti e il contenimento dei consumi energetici nei luoghi di stoccaggio (questi requisiti devono essere verificati direttamente sui fornitori e potrebbero essere indicati per la loro qualificazione)

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Quali sono i prodotti Fairtrade che possono essere richiesti nei bandi delle stazioni appaltanti?

I prodotti che secondo i Criteri Ambientali Minimi devono essere di commercio equo e solidale sono principalmente:

  • banane convenzionali o biologiche
  • ananas convenzionali o biologici
  • cacao e cioccolata biologici o convenzionali
  • caffè convenzionale o biologico
  • zucchero di canna grezzo convenzionale o biologico
Criteri Ambientali Minimi

Ci sono poi una serie di altri prodotti Fairtrade disponibili sul mercato che, se proposti come Fairtrade potrebbero costituire criterio premiante per le aziende di ristorazione:

  • frutta secca (noci, anacardi, noci brasiliane)
  • spezie (pepe, noce moscata, curcuma, zenzero, chiodi di garofano)
  • risi orientali (thai e basmati)
  • preparazioni a base di frutta (frutta frullata, succhi, confetture)
  • prodotti dolciari (biscotti, gelati e dessert, creme spalmabili)
Scarica Scarica il nostro catalogo “Fuori casa con Fairtrade”
per maggiori dettagli sulle singole referenze. 

Che cos’è Fairtrade?

Fairtrade è un’organizzazione internazionale che associa oltre 1,7 milioni di piccoli produttori agricoli nel mondo, con l’obiettivo di assicurare più eque condizioni di vendita dei loro prodotti e contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle loro comunità, consentendo, al tempo stesso, ai consumatori di poter accedere a prodotti coltivati con tecniche sostenibili.
Le materie prime e i prodotti Fairtrade sono certificati da un ente indipendente che effettua i propri controlli sia in campo che negli impianti di trasformazione. I principali prodotti Fairtrade venduti in Italia sono banane, cacao, caffè, zucchero e tè per un controvalore (a prezzi retail) di oltre 436 milioni di euro nel 2020.

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