Consumo critico: cosa si intende, come è nato e come è cambiato
Scopri con Fairtrade il significato di Consumo Critico, la sua origine e come adottare un approccio critico al consumo nella nostra vita quotidiana.
Continua a leggereScopri la storia delle Bacche di Goji certificate Fairtrade delle cooperative Delingha e Qinghai, in Cina. Approfondisci il supporto Fairtrade ai confronti dei piccoli agricoltori!
Quando assaggi le Bacche di Goji, senti che le labbra quasi si raggrinziscono: hanno un gusto molto particolare, tra l’acido e il dolce, un colore che va dal rossiccio scuro all’arancio e frutti ovali. Le Bacche di Goji sono native dell’Asia e da sempre sono considerate un super food e utilizzate a scopo curativo, rigenerante e antiossidante. Il frutto infatti è ricco di ferro, minerali, vitamine del gruppo A e C e gioca un ruolo vitale, quasi sostitutivo di diversi alimenti comuni. La Cina è il più grande fornitore di Bacche di Goji a livello mondiale: oltre ad essere vendute nei mercati locali, vengono infatti da tempo esportate in Europa e nei principali mercati dei Paesi occidentali.
Delingha Jiaxin Professional Cultivate Cooperative Organization è una organizzazione di agricoltori di Bacche di Goji situate nel villaggio di Gahai Town vicino alla città di Delingha nella provincia di Qinghai, in Cina che è a 500 km dalla città di Xiging, la capitale della provincia. È conosciuta per essere una delle organizzazioni che coltiva la migliore qualità di Bacche di Goji della Cina. È anche una delle piantagioni più grandi con un’area totale di 550.000 acri (più di 220.000 ettari) di cui 85.000 acri (circa 34.000 ettari) coltivati a biologico.
Qinghai Goji Berry è una cooperativa di Qaidam Basin, nei dintorni della prefettura di Haixi (la seconda regione della Cina dove si coltivano Bacche di Goji) con una altitudine di 2.700-3000 metri. Qui la luce, il calore, l’acqua e le risorse del suolo sono uniche. Non c’è inquinamento industriale in un raggio di 150 km dall’area di produzione delle bacche. Il clima è secco con un’illuminazione media di 15 ore al giorno e la differenza di temperatura tra il giorno e la notte è molto forte e l’umidità dell’aria è bassa. Le malattie delle piante e le infestazioni degli insetti sono poche, la densità di popolazione è bassa e l’ambiente è pulito. Le Bacche di Goji che crescono nella regione sono conosciute per avere il 30% di flavoni in più rispetto a quelle coltivate in altre regioni. E i flavoni, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, sono molti importati per le loro riconosciute proprietà antiossidanti.
Secondo i clienti di Xining, capitale dello Qinghai, le Bacche di Goji ora sono in cima alla lista del prodotto agricolo più esportato in termini di volume: 18 paesi e regioni tra cui Francia, Canada e Giappone.
La cooperativa Delingha produce un volume annuale di 165 tonnellate di Bacche di Goji per un’area produttiva di 1100 acri. Anche se questo frutto è conosciuto per il suoi benefici economici ed ecologici, dal 2015, a causa di importanti cambiamenti climatici e di un mercato debole e instabile, la piantagione ne ha risentito. Il raccolto annuale della cooperativa è inferiore al 70%, il che fa sì che gli agricoltori subiscano gravi perdite costringendoli a rinunciare alla semina.
Durante la fase iniziale della crisi Covid-19 tra gennaio e aprile, a causa delle restrizioni nel movimento dei beni e la chiusura temporanea dei porti, i contadini dovevano stare a casa senza guadagnare nulla per il sostentamento delle loro famiglie.
La cooperativa ha potuto esportare soltanto 5 tonnellate di prodotto in Francia, ma senza la certificazione Fairtrade. Con il supporto del Fondo di soccorso Fairtrade, ha potuto acquistare e distribuire dispositivi di protezione individuale e cibo per aiutare i propri soci.
Dengzhang Lei ha una famiglia con due figli, ed è abituato a vivere nelle difficoltà. Dice: “Le bacche di goji hanno aiutato a sopravvivere me e la mia famiglia. Sono redditizie. Di solito facciamo fatica a guadagnare qualcosa ma coltivare le Bacche di Goji ci porta sufficienti entrate”.
La cooperativa ha superato ogni genere di difficoltà per sopravvivere e crescere pur nelle avversità. Dopo la certificazione Fairtrade, che è arrivata nel 2017, i contadini hanno raggiunto dei buoni risultati migliorando le tecniche di coltivazione grazie alla guida di esperti e a una gestione più qualificata.
Attraverso Fairtrade, ora cerca di trovare nuovi partner per esportare le sue bacche verso nuovi mercati nel mondo.