In Sri Lanka, sulla rotta delle spezie

Al nostro arrivo, Colombo ci ha accolto con il suo caldo afoso, i suoi colori tiepidi, la sua atmosfera un po’ demodé, la frenesia, il traffico caotico, il suo incessante rumore di voci e clacson e la sua voglia di vita. Colombo è una città in sviluppo, dove imponenti scheletri di grattacieli in costruzione affiancano edifici coloniali abbandonati e baracche con il tetto di eternit. Ma a rappresentare Colombo sono soprattutto le merci che si muovono su camion improbabili agli occhi di un occidentale e che vengono vendute nei mercati che affollano ogni angolo di ogni isolato. E addentrandoci in uno di questi mercati, non ci abbiamo messo un secondo a trovare quello per cui siamo partiti: in quei sacchetti di plastica rossi, che vivacizzano ulteriormente colori già molto sgargianti, ci sono quantitativi di spezie che nelle nostre case potrebbero soddisfare il fabbisogno di una vita, ma che qui sono uno standard, calibrato per una cucina locale nella quale imperano.

Sacchi di spezie al mercato di Colombo

Cooperazione allo sviluppo all’insegna di Fairtrade

Siamo partiti per lo Sri Lanka nel quadro progetto triennale SRI-PROM, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promosso da  ICEI (istituto per la Cooperazione Economica Internazionale). Nel progetto, che ha l’obiettivo di supportare lo sviluppo del settore agricolo in particolar modo per i produttori di spezie e riso, Fairtrade gioca un ruolo importante nella certificazione di nuovi produttori nella prima filiera, nel sostegno di quelli esistenti e nella promozione di spezie certificate sul mercato italiano.

Produttore di noce moscata a MOPA

A fronte di una grande potenzialità infatti,  i piccoli produttori del Paese, specialmente nelle aree più isolate, si devono confrontare con un deficit di conoscenze tecniche e risorse economiche per il miglioramento della produzione, il difficile miglioramento della qualità, in primis attraverso le sementi, lo scarso accesso a canali di vendita nazionali e internazionali.
L’obiettivo di questa prima missione, che io e il collega Stefano Toma abbiamo svolto in gennaio, è stato quello di mappare e monitorare la catena del valore nella produzione delle spezie. Abbiamo avviato strette collaborazioni con i produttori per programmare il piano degli interventi, e abbiamo svolto un’analisi dei fabbisogni per aumentare l’efficacia delle attività proposte dal progetto SRI-PROM. Questa prima visita sul campo ha visto la preziosa collaborazione dei Program Officer di Fairtrade NAPP (Network dei Produttori Fairtrade dell’Asia e del Pacifico), Iresha Sanjeewanie e Arutselvan Arumugam, che seguiranno direttamente dallo Sri Lanka lo sviluppo delle attività, a fianco dei produttori.

Lavorazione della cannella presso SOFA

Un paradiso di biodiversità

Nel nostro viaggio abbiamo visitato due cooperative diverse, SOFA (Small Organic Farmers’ Association) e MOPA (Marginalised Organic Producers’ Associations), dislocate attorno alle aree di Kandy e Matalè, nel centro dello Sri Lanka, regioni collinari e montuose, famose proprio per queste produzioni. Qui crescono in abbondanza maestosi alberi di noce moscata, di Eugenie, (gli alberi dei fiori di garofano), di cannella, piante di pepe, curry e peperoncino, cespugli come la citronella e il lemongrass o radici come lo zenzero e la curcuma, insieme al e ad alberi da frutto come le palme da cocco e i banani, ma anche il mango, la papaya, il cacao e il caffè. La scelta della parola “insieme” per descrivere queste coltivazioni non è casuale. Già dal primo produttore ci siamo resi conto che avremmo dovuto cancellare la nostra concezione tradizionale di campo coltivato: per le spezie, gli appezzamenti di monocolture sono rari, se non praticamente impossibili da trovare, e le coltivazioni avvengono nella foresta o in giardini misti dove la biodiversità regna sovrana. I cespugli da tè sono intervallati da piante di pepe, gli alberi di noce moscata crescono all’ombra di palme più alte, curcuma e zenzero si trovano ai piedi di alberi di cannella o di curry; e le coltivazioni sono tutte rigorosamente biologiche. Il rispetto della biodiversità, infatti, è uno degli aspetti di attenzione per l’ambiente che caratterizza questi produttori. Tutte e due le cooperative, infatti, hanno promosso l’agricoltura biologica, e hanno offerto, grazie al premio Fairtrade, l’attrezzatura e le conoscenze per produrre il compost e per lavorare con questo e altri fertilizzanti organici.

Coltivazione di riso e cannella presso SOFA

Un’esplosione di sapori

Se ad accoglierci è stato il caos della capitale, salutiamo lo Sri Lanka con gli occhi pieni di natura e di verde, perché non appena si esce dalla strada principale, la natura è la protagonista indiscussa del paesaggio. Ma la cosa che ci resterà sicuramente più impressa è l’esplosione di gusti in bocca: abbiamo assaggiato la corteccia della cannella fresca, dolcissima; i chiodi di garofano crudi, talmente balsamici da dare la sensazione di avere la bocca anestetizzata; il macis appena essiccato che ha lo stesso sapore sì della noce moscata, ma immensamente più forte; le foglie e i rami del curry, dall’odore così caratteristico; lo zenzero e la curcuma appena raccolti, la cui ricchezza di gusti e odori è indescrivibile e ovviamente abbiamo sperimentato il piccante dell’onnipresente peperoncino. E’ una cosa difficile da credere, ma dopo queste esperienze, qui tutto appare un po’ più insipido.
Giulia Camparsi, product manager Fairtrade Italia

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