Consumo critico: cosa si intende, come è nato e come è cambiato
Scopri con Fairtrade il significato di Consumo Critico, la sua origine e come adottare un approccio critico al consumo nella nostra vita quotidiana.
Continua a leggereFairtrade ha aggiornato lo Standard sul cacao per rendere più incisivo l’impatto per gli agricoltori e per rafforzare le filiere globali: sono state formulate nuove e più stringenti richieste sui diritti umani, sulla deforestazione, sulla tracciabilità e sul reddito dei coltivatori.
L’aggiornamento è stato approvato dal Commissione per gli Standard Fairtrade ed è il risultato di un rigoroso processo di consultazione. Mette insieme specifici obiettivi di sostenibilità con il progresso verso il reddito dignitoso e il supporto ai produttori. Inoltre mira a trovare un equilibrio tra regole rigorose, priorità regionali e una responsabilità di conformità allo Standard condivisa tra gli agricoltori e gli operatori commerciali coinvolti.
“Questo ultimo aggiornamento del nostro Standard riflette l’impegno continuo di Fairtrade a evolversi, e la sua dedizione verso obiettivi condivisi tra produttori, aziende e consumatori per prevenire il lavoro minorile e combattere la deforestazione” ha spiegato Sam Dormer, Global product manager per il cacao. “Allo stesso tempo rafforza la mission di Fairtrade per promuovere il diritto dei contadini a una vita dignitosa e a liberare il loro potenziale come leader di un futuro più giusto e sostenibile per tutti”.
Gli Standard Fairtrade vengono rivisti e regolarmente aggiornati attraverso un processo inclusivo e di consultazione iniziato e guidato dall’Unità Standard di Fairtrade International con la partecipazione degli stakeholder chiave nel sistema Fairtrade, come i contadini e i lavoratori, e infine decisi dalla Commissione per gli Standard Fairtrade. La Commissione è composta per il 50% dai rappresentanti degli agricoltori e dei lavoratori, e questo assicura che ogni decisione tenga in considerazione il punto di vista di tutti gli stakeholder rilevanti e che sia in linea con la mission e le policy di Fairtrade International.
Le ultime modifiche allo Standard del Cacao, che entreranno in vigore per fasi nei prossimi due anni, innalzano il livello dello Standard del prodotto con requisiti aggiuntivi sulla deforestazione; sulla due diligence per i diritti umani e per l’ambiente (HREDD); sulla tracciabilità e sulla trasparenza. L’aggiornamento suddivide la responsabilità della conformità allo Standard tra organizzazioni di produttori e attori commerciali, che saranno chiamati a sostenere le organizzazioni di produttori nella prevenzione del lavoro minorile e della deforestazione, laddove i requisiti sono stati rafforzati. Molti dei cambiamenti riguardano il cacao dell’Africa e dell’Asia, e in alcuni casi, specialmente per Costa D’Avorio e Ghana, e cercano di supportare i produttori nell’affrontare i rischi riconosciuti in queste aree, ma anche di prepararli ad altri requisiti a cui dovranno adempiere, ad esempio per il prossimo Standard Regionale Africano per il Cacao e per la legislazione dell’Unione Europea.
Riguardo la deforestazione, lo Standard aggiornato richiede:
– un piano per la prevenzione e la mitigazione;
– che le organizzazioni dispongano di una mappa per la geolocalizzazione delle aziende agricole e che raccolgano i dati per la prevenzione e la mitigazione, sia per il proprio utilizzo, sia per una condivisione con Fairtrade.
– che le organizzazioni avviino campagne di sensibilizzazione per i loro soci e utilizzino pratiche di produzione con un impatto positivo sull’ambiente.
I nuovi requisiti per l’HREDD rendono gli agricoltori dei partner nei processi di implementazione della due diligence sui diritti umani e ambientali e sono particolarmente attenti alla prevenzione del lavoro minorile nella produzione di cacao. Infatti:
– alle organizzazioni viene chiesto di implementare i sistemi di monitoraggio e di rimedio in modo più efficace;
– per la prima volta, nello Standard sono stati inclusi anche i mezzadri, che dovranno godere di contratti scritti che diano loro benefici concreti e un riconoscimento del loro status (1). Le organizzazioni di produttori dovranno informare Fairtrade in merito ai mezzadri e agli affittuari a partire dal terzo anno di certificazione;
– sono stati inseriti ulteriori requisiti di eque opportunità per le donne, che ad esempio dovranno avere un accesso paritario alla formazione.
Nello stesso tempo, lo Standard aggiornato ora chiederà ai produttori di implementare le soluzioni per la tracciabilità del prodotto e una chiara documentazione, che consenta di arrivare al “primo miglio”. Questo significa che le organizzazioni dovranno mappare le aziende agricole dei loro soci e tracciare quello che acquistano da ciascun socio – un requisito sempre più importante per i produttori di cacao, che cercano di ottenere una maggiore supervisione delle loro attività e la possibilità di garantire agli acquirenti come e dove viene coltivato il loro cacao, in particolare in relazione alle questioni dei diritti umani.
“Durante la consultazione molti stakeholder hanno detto con chiarezza che le organizzazioni di agricoltori hanno bisogno di aiuto per affrontare le tematiche inerenti i diritti umani” ha dichiarato Dormer .“Per questa ragione annunciamo contestualmente la nascita di un Programma Fairtrade per il Lavoro minorile e il lavoro forzato, che fornirà aiuto ai coltivatori di cacao di Ghana e Costa d’Avorio per migliorare la qualità della prevenzione e delle azioni di rimedio che vengono ora richiesti dallo Standard per il Cacao”.
Il programma partirà con uno stanziamento iniziale di 450.00 euro, ai quali potranno aggiungersi in futuro contributi di altri operatori commerciali e partner.
(1) Il cacao in Ghana è tradizionalmente coltivato in aziende agricole composte da 6-7 acri di terrreno, che nei periodi di picco si avvalgono di lavoratori stagionali. Ci sono anche aziende agricole di dimensioni più grandi che che affidano i terreni a mezzadri che ricevono 1/3 del raccolto in cambio del loro lavoro (il cosidetto “abusa”). Questi mezzadri non possono associarsi alle cooperative perchè non hanno la proprietà della terra e quindi non beneficiano anche della formazione offerta ai soci dale cooperative