Da agosto aumenta il Prezzo Minimo del caffè
Per gli agricoltori pesano l’instabilità finanziaria e le conseguenze del cambiamento climatico
Continua a leggereFeliciana Quintero Ngäbe fa parte di COOBANA, e si occupa del trattamento delle banane per l’esportazione. Copyright James Rodriguez
Crediamo inoltre che sia importante guardare ai numeri. Sta crescendo il numero delle organizzazioni che aderiscono alla certificazione Fairtrade? Le vendite stanno aumentando? Come stanno spendendo i loro fondi derivati dal Premio Fairtrade i contadini e i lavoratori? E, più importante, come dovrebbero cambiare le nostre strategie per aiutare i contadini e i lavoratori a raggiungere una vita dignitosa e a migliorare le loro comunità?
Dal momento che siamo un’organizzazione che sta imparando e vogliamo essere trasparenti, raccogliamo i dati principali forniti dalle organizzazioni di produttori attraverso controlli e attività di supporto e li rendiamo disponibili pubblicamente ogni anno attraverso il nostro Monitoring Report.
Alberta Guarchaj, indigena, vicepresidente di Nahuala. cooperativa di caffè, raccoglie l’ultimo caffè in una piccola piantagione. Nahaula è un piccolo produttore certificato Fairtrade del Guatemala. Copyright Sean Hawkey
I dati ci raccontano alcune cose interessanti circa l’estensione, la natura e la distribuzione dei benefici per i contadini e i lavoratori. Più della metà di tutte le organizzazioni sono in America Latina (52%) che ha una forte tradizione cooperativa rispetto ad altre parti del mondo; il 31% delle organizzazioni dei produttori è in Africa e in Medio Oriente e il 17% in Asia e nella Regione del Pacifico. Al contrario, ci sono più contadini in Africa e Medio Oriente (circa un milione) rispetto alle altre due Regioni messe insieme. I lavoratori impiegati nelle piantagioni Fairtrade sono circa 186.000 di cui più della metà in Africa e Medio Oriente, seguiti da un altro terzo in Asia e Pacifico. I tre prodotti principali per volumi sono banane, cacao e caffè e le vendite sono in aumento costante. Questi tre prodotti da soli contano per l’80% del Premio Fairtrade guadagnato nel 2016. Il premio è uno dei maggiori benefici di Fairtrade ed è una somma aggiuntiva che i produttori ricevono oltre al prezzo di vendita e che possono scegliere come investire, per il loro business e per le loro comunità. Gli ultimi dati ci dicono che le cooperative di produttori lo spendono soprattutto per servizi ai loro membri (il 48%) e per il potenziamento delle loro cooperative. I lavoratori impiegati nelle piantagioni lo impegnano in servizi per loro stessi e le loro famiglie (76%), per le comunità (16%) e per la formazione di lavoratori (10%).
Un gruppo di lavoratori sta lasciando la piantagione di tè a Sukambizi, Malawi. Copryright Martine Parry, Fairtrade Foundation
In aggiunta alle nostre consuete analisi, quest’anno abbiamo fatto un esercizio per mappare l’impiego del premio attraverso la lente degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SGDs) per capire meglio dove l’impatto di Fairtrade è in linea con le priorità globali. Secondo la nostra mappatura, più della metà del Premio speso va in direzione dell’SDG 2, Fame Zero (55%). Un altro 22% ha contribuito all’SDG 1, No povertà. Queste non sono decisioni prese da Fairtrade ma piuttosto priorità espresse dai contadini e dai lavoratori stessi, attraverso le loro scelte.
I nostri dati, particolarmente gli studi esterni che commissioniamo, servono da indicatori delle sfide in corso, come quella dei produttori di cacao dell’Africa occidentale, molti dei quali non stanno ancora guadagnando un reddito di sussistenza. I dati di ricerca sono inclusi nel nostro Monitoring Report e costituiscono un’importante insieme di informazioni sull’impatto di Fairtrade.
Ma cosa dobbiamo fare con tutti questi dati? Siamo un sistema con diversi portatori di interesse che per il 50 per cento è di proprietà dei produttori e dunque siamo guidati da loro. Condividiamo questi dati e riceviamo i loro imput attraverso la nostra Assemblea generale, i nostri 3 network, le nostre consultazioni per aggiornare gli standard e i prezzi e attraverso migliaia di contatti personali ogni anno.
I dati e le storie ci aiutano a capire dove Fairtrade sta facendo bene e dove ci sono ancora squilibri nel commercio globale sui cui abbiamo bisogno di lavorare di più.
Guardateli voi stessi e fateci sapere cosa ne pensate all’indirizzo impact@fairtrade.net
Arisbe Mendoza, Responsabile Monitoring, evaluation and learning di Fairtrade International, traduzione dall’inglese a cura dell’Ufficio comunicazione Fairtrade Italia