Estrazione dell’oro: le conseguenze ambientali e sociali
Normalmente l’oro viene estratto in due modi:
- Dalle rocce, utilizzando esplosivo che permette di frammentarle fino poi a ridurle a pulviscolo:
- Dal dilavamento quindi dalla movimentazione della terra, nelle cosiddette miniere alluvionali dove l’oro viene raccolto dal terreno lavato e setacciato.
Dopo l’estrazione, viene aggiunto il mercurio che ha la caratteristica di legare a sé l’oro. Questo composto, chiamato amalgama, viene riscaldato per far evaporare il mercurio che si disperde nell’ambiente in modo da ottenere soltanto l’oro.
L’utilizzo del mercurio ha un impatto notevole a livello ambientale e sulle persone: ha la caratteristica di non biodegradarsi e quindi, precipitando, di depositarsi sulla terra e di conseguenza sui prodotti agricoli; sull’acqua e quindi nei pesci. Da lì all’uomo: queste zone hanno una incidenza più alta di tumori.
In Perù ad esempio, dove il 20% del territorio è in concessione alle compagnie minerarie, lo Stato ha definito i quantitativi di mercurio acquistabili a seconda dei volumi di terra movimentati, della dimensione delle cooperative di estrazione e dei macchinari disponibili. Ma la situazione delle miniere illegali, cioè non autorizzate dalle comunità che possiedono i terreni di estrazione, è molto diffusa. Questi siti utilizzano quantità di mercurio superiori ai limiti di legge, in grado così di amalgamare più metallo.
Nell’ambito dell’oro etico invece ci si appoggia a cooperative di minatori o a miniere attente ai bisogni della popolazione locale.