Fair trade: un movimento per tutti

Come movimento globale, il commercio equo porta l’attenzione delle persone su chi lavora in condizioni di sfruttamento e mette in evidenza i veri costi delle merci nelle catene di distribuzione a livello mondiale. Organizzazioni e attivisti, aziende e marchi, agricoltori, operai e artigiani hanno lavorato diligentemente per più di 40 anni per portare maggiore equilibrio nelle modalità di scambio.

“FAIR TRADE”

Negli ultimi mesi, abbiamo osservato come la definizione “fair trade” è stata grossolanamente abusata dai politici per stimolare i loro sostenitori, diffamando gli altri. Abbiamo visto usare questa espressione per escludere le persone e favorire un ordine del giorno isolazionista. Queste idee sono in netta contrapposizione con i concetti di giustizia e di inclusione che sono alla base del nostro movimento.

 
L’efficienza a tutti i costi, prezzi più bassi e scarsa considerazione per l’impatto sociale, economico e ambientale pieni sono stati tratti distintivi del commercio internazionale convenzionale. Il consolidamento massiccio del potere alle catene di distribuzione ha portato a un minor numero di opzioni per consumatori, agricoltori e lavoratori e una ricchezza senza precedenti controllata da pochi. Il recente rapporto sulla disuguaglianza globale di Oxfam ha rivelato che solo otto uomini possiedono la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone.

AL SERVIZIO DELLE PERSONE

Il commercio globale e le offerte commerciali che lo accompagnano non sono intrinsecamente cattivi. Il commercio equo e solidale, con la sua attenzione verso l’inclusione e la responsabilizzazione, dimostra che il commercio può – e deve – essere più equo.
Se vogliamo sperare in una società più equa e giusta, dobbiamo insistere affinché il mercato sia al servizio delle persone. Il vero mercato equo e solidale:
•    crea un valore condiviso con l’intera filiera;
•    promuove l’apertura e la trasparenza;
•    rispetta i diritti umani;
•    supporta la diversità.

EQUO PER TUTTI

Noi supportiamo il commercio che è veramente equo per tutti, compresi artigiani, contadini e operai, commercianti e marchi, consumatori e società civile: non sarà mai basato sull’esclusione, ma sull’ampliamento dei benefici per chi ne ha più bisogno.
Sul come gli Stati Uniti intendono rinegoziare o entrare in nuovi accordi commerciali internazionali, incoraggiamo l’inserimento di principi autentici del commercio equo. Esortiamo tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani, il valore condiviso, la trasparenza e la diversità auspicate di scrivere o incontrarsi con i loro rappresentanti eletti e farsi sentire.
 
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul blog di Fairtrade America. Traduzione e adattamento: Ufficio comunicazione Fairtrade Italia.
Foto di James A. Rodríguez e Suzanne Lee

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