In tutti i supermercati riconosci i prodotti certificati dal marchio Fairtrade sulla confezione. Alcune insegne hanno in assortimento dei prodotti Fairtrade a loro marchio.
Il sistema internazionale Fairtrade mira a lavorare con gli agricoltori e i lavoratori che producono beni Fairtrade per affrontare la sfida posta dal mercato etico: attribuire potere ai produttori significa condividerlo con loro. Fairtrade International ha due organi di governo principali: l’Assemblea Generale e il Consiglio di Amministrazione.
I PRODUTTORI NEGLI ORGANI DIRETTIVI
L’Assemblea per il 50% è composta dai rappresentanti dei produttori Fairtrade e per il restante 50% da quelli delle Organizzazioni Nazionali Fairtrade ufficiali (come Fairtrade Italia) che educano i consumatori, i rivenditori e le imprese nei paesi nei quali i prodotti sono venduti. L’assemblea nomina il consiglio di amministrazione, composto da quattro rappresentanti dei produttori, quattro organizzazioni nazionali Fairtrade e tre esperti indipendenti. In Fairtrade International, i produttori dei paesi in via di sviluppo e il personale (dai paesi consumatori) collaborano nell’affrontare questioni estremamente impegnative:
Che cos’è un prezzo “giusto”? Che prezzo è abbastanza alto per portare benefici ai produttori, ma abbastanza basso per commercianti e imprese?
Che tipo di organizzazioni di produttori devono essere certificate per ogni prodotto: gruppi di lavoratori? Piccoli produttori? Lavoratori a contratto?
La certificazione Fairtrade va estesa a nuove tipologie di prodotti e associazioni di produttori, portando più persone nel sistema? O dovrebbe crescere l’attenzione ai benefici per chi fa già parte del sistema Fairtrade?
IL VOTO AL PRODUTTORE È NECESSARIO, MA NON SUFFICIENTE
Naturalmente, riconoscere il ruolo dei produttori richiede di più che invitarli semplicemente al tavolo decisionale: ciascun rappresentante dei produttori lavora a nome di tutti quelli del proprio continente. Ci sono più di 1,6 milioni di produttori sparsi per 75 paesi: significa che i rappresentanti hanno bisogno di tempo, risorse, formazione, supporto tecnologico, trasporti e di comprendere ciò che i loro elettori vogliono. Allo stesso modo, i produttori chiedono risorse per selezionare e comunicare con il loro rappresentante. Potenziare veramente ciascuno dei tre network di produttori regionali – America Latina, Africa, Asia / Pacifico, significa anche garantire che tutti abbiano voce – che i rappresentanti non solo esprimano le preoccupazioni dei piccoli produttori o dell’associazione dei lavoratori, ad esempio, ma che le diverse posizioni vengano portate al tavolo decisionale.
UN CASO QUASI UNICO
Stranamente, Fairtrade International è quasi il solo ad adottare questa buona pratica. Un recente studio di 33 organizzazioni di certificazione volontaria dimostra come – al massimo – solo il 25% delle organizzazioni di certificazione riserva anche un seggio per un rappresentante produttore. Due terzi non menzionano nemmeno l’intenzione o il proposito di includere i produttori nella governance!
CHE COSA SI PUÒ FARE?
Quando si vede un’etichetta, un marchio o un’indicazione, bisogna chiedersi: “Chi decide che cosa è “giusto”?” Prendere in considerazione il ruolo dei produttori nella governance è un criterio importante per decidere quali etichette sostenere.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul blog di Fairtrade America ed è qui riprodotto per gentile concessione di Elizabeth A. Bennett. Traduzione e adattamento: Ufficio comunicazione Fairtrade Italia. Nelle foto di Miriam Ersch: l‘Assemblea generaleriunisce i rappresentanti delle organizzazioni nazionali e dei network di produttoried è l’organo decisionale più alto in Fairtrade. Dal 2013 i produttori hanno la metà dei voti, dando ad agricoltori e lavoratori pari voce in tutte le principali decisioni.
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