In 40 mila per la Grande Sfida Fairtrade 2022
Nel week end dal 13 al 15 maggio oltre 40.000 persone hanno celebrato Fairtrade, attraverso 170 eventi in tutta Italia, in occasione della Giornata mondiale del commercio equo.
Continua a leggereCi avviciniamo alla Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, proponendovi alcune storie di donne eccezionali che lavorano nelle aziende agricole e nelle comunità Fairtrade.
Oggi incontriamo Wendy Marianella Rodriguez che, dopo essere fuggita da un ambiente violento e in preda al traffico di droga nel Nord del Perù, è tornata a lavorare in una cooperativa Fairtrade di cacao, Acopagro
Ogni mattina Wendy sale in sella alla sua moto, saluta sua figlia Zoe e il marito Hernan e si avventura tra le strade impervie della sua regione, San Martin, nel cuore amazzonico del Perù. Il suo compito è quello di andare a trovare i soci di Acopagro, la cooperativa di produttori di cacao biologico che da 20 anni lavora per sottrarre alla povertà i suoi membri. Raggiungerli non è semplice: la cooperativa ha sede a Juanjui ma i suoi 2100 soci vivono nella foresta e sono sparsi in tutta la regione. Qualche volta, il solo modo di andare da un posto all’altro è quello di prendere una delle barche a motore che risalgono il fiume Huallaga. Ma Wendy trova sempre il modo per raggiungerli. Per molti di loro, è lei la voce della cooperativa. È lei a confortarli nei momenti difficili, ad ascoltare i loro problemi, a motivarli nel partecipare al lavoro associativo, a non arrendersi. E’ responsabile Fortalecimiento (letteralmente “Rafforzamento”) e si occupa proprio di raccogliere i loro bisogni in modo che trovino risposta nelle attività decise dall’Assemblea generale della cooperativa, dove si decide come spendere il Premio Fairtrade.
Grazie a Fairtrade, da pochi anni hanno l’elettricità in casa anche se ancora non è arrivata l’acqua corrente. Wendy ricorda come la vita delle persone, 22 anni fa, fosse in preda alla paura. Quando Acopagro è nata, qui esisteva soltanto il narcotraffico e, al posto del cacao, crescevano piantagioni sterminate di coca destinata al mercato della droga che finanziava i gruppi terroristici nazionali. Le famiglie erano completamente in balia del commercio illegale ed erano vittima di violenza e intimidazioni. Nessuno può capire meglio di Wendy come si viveva: “Un giorno è entrato a casa mia un gruppo armato. Ero piccolissima e tra le urla di mia madre, mio padre è stato sequestrato e in seguito ucciso dai terroristi. Lavorava per una banca locale dove circolava denaro riciclato dal narcotraffico”.
Questa esperienza così traumatica e l’esempio di sua madre che poi da sola ha cresciuto le due figlie tra mille sacrifici, hanno segnato profondamente la vita di Wendy. “Grazie a mia madre ho potuto studiare e per qualche anno mi sono allontanata da Juanjui, un luogo che aveva portato tanta sofferenza nella mia famiglia”.
Ma ad un certo punto, Wendy ha sentito il bisogno di tornare e di affrontare il suo passato. L’incontro con Acopagro è stato fondamentale per recuperare fiducia e capire che c’era un’alternativa positiva alla violenza portata dal narcotraffico. La cooperativa è stata creata infatti grazie a un progetto delle Nazioni Unite che, alla fine degli anni ’90, ha portato alla conversione dei terreni coltivati a coca a coltivazioni di cacao biologico. Acopagro negli anni è cresciuta: “Grazie al cacao acquistato a condizioni Fairtrade, possiamo offrire ai nostri soci progetti in ambito sociale e sanitario e assistenza tecnica per le coltivazioni, spiega Wendy.Lo scorso anno abbiamo coinvolto 1600 soci in una campagna oculistica e 950 donne nostre socie hanno potuto partecipare a una campagna medica per la prevenzione del cancro all’utero. In un territorio come il nostro, segnato dalla violenza e dal machismo, il lavoro che riusciamo a fare è davvero fondamentale per questa gente”.