I leader globali devono rafforzare e accelerare i loro sforzi per applicare la due diligence sui diritti umani e ambientali nelle filiere, confrontarsi con l’ingiustizia nel commercio e assicurare che i meccanismi di finanza climatica raggiungano i piccoli produttori agricoli per ottenere un’azione climatica efficace ed equa prima che sia troppo tardi, come hanno avvertito le principali organizzazioni di commercio equo al mondo.
Nel position paper intitolato “The clock is ticking” e diramato all’inizio della 22° Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, conosciuta come COP27, Fairtrade, World Fairtrade Organisation (WFTO) e Fairtrade advocacy office (FTAO), hanno intensificato i loro appelli per la giustizia nel commercio e climatica, indicando le misure cruciali per raggiungere soluzioni climatiche eque e per chiedere di rafforzare gli impegni pubblici sul clima e ai principali attori del commercio globale di rispettare le loro promesse.
“Il commercio internazionale oggi non solo è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico, ma determina anche elevati costi di gestione che interessano tutte le catene di approvvigionamento, incidendo sulla capacità degli agricoltori di rispondere alle catastrofi climatiche. Come Fairtrade chiediamo una partnership multistakeholder e un approccio collaborativo per indirizzare gli sforzi che rafforzano la resilienza dei produttori e la capacità di gestire gli impatti negativi dei cambiamenti climatici” ha detto Sandra Uwera, Global CEO di Fairtrade International.
Con leader mondiali, delegati internazionali e attori della società civile che si stanno riunendo ora per COP27, Fairtrade e il movimento del commercio equo sono ancora una volta chiamati a ricordare loro il dovere di riparare agli errori globali che continuano a colpire in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili del nostro pianeta e di realizzare un’azione climatica equa una volta per tutte”.