Lo Standard del caffè ora include la normativa sulla deforestazione

Fairtrade International ha aggiornato lo Standard sul caffè: ora i produttori agricoli e i trader certificati devono rafforzare la prevenzione, il monitoraggio e la mitigazione della deforestazione.

Una coltivatrice di caffè dell’associazione Kokowagayo (Indonesia). ©NAPP / Denisyah Putra

L’aggiornamento recepisce e, in alcune aree, supera il Regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione (EUDR), entrato in vigore nel giugno 2023. In particolare, lo standard Fairtrade fissa la data limite per la deforestazione al 1° gennaio 2014: nessun caffè deve provenire da terreni deforestati dopo tale data. Inoltre, richiede che tutte le aziende agricole abbiano punti di geolocalizzazione registrati e che le aziende agricole più grandi di quattro ettari siano dotate di mappe poligonali.

Juan Pablo Solis, Senior Advisor Climate and Environment di Fairtrade International, ha spiegato che l’aggiornamento dello Standard del caffè rappresenta un importante passo nella giusta direzione. “Non si può negare che stiamo vivendo in un’epoca di crisi climatica. Per i produttori e i lavoratori agricoli la frequenza e la gravità della variabilità climatica comportano un’elevata esposizione a rischi umani e ambientali che mettono a repentaglio la loro stessa sussistenza. Non è un segreto che il cambiamento climatico abbia un impatto diretto sul futuro dei contadini, per cui è fondamentale un cambiamento significativo del nostro sistema alimentare globale“.

Norethxy Galaraga, agronoma della cooperativa ASOPROSIERRA (Colombia) ©Fairtrade Česko a Slovensko

Lo Standard richiede inoltre alle cooperative di cafficoltori di definire un piano di prevenzione e mitigazione e di monitorare la deforestazione. Questo ultimo compito sarà facilitato da una piattaforma satellitare fornita da Fairtrade grazie a una partnership con Satelligence.

Grazie agli aggiornamenti dello Standard del caffè, 600 cooperative di caffè Fairtrade (circa 870.000 coltivatori) disporranno di indicazioni e strumenti per soddisfare l’EUDR, che fa parte del Green Deal europeo. 
Per esempio, l’EUDR prevede la raccolta dei dati di geolocalizzazione, ma lo Standard Fairtrade va oltre, richiedendo non solo alle organizzazioni dei produttori di raccogliere queste informazioni, ma anche ai trader di riportare a Fairtrade e di condividere con le cooperative dati raccolti con altri sistemi. Questo dettaglio richiama il principio dell’equità, ovvero che la responsabilità di proteggere l’ambiente deve essere condivisa da tutti i soggetti coinvolti. La data di riferimento dell’EUDR è il 31 dicembre 2020, mentre quella del Fairtrade è il 1° gennaio 2014. Inoltre, lo Standard Fairtrade richiede non solo il monitoraggio e la valutazione dei rischi, ma anche un piano di monitoraggio e gestione della biodiversità, a differenza di quanto richiesto dall’EUDR.

Lo standard aggiornato entrerà in vigore nel 2026: questo periodo di transizione servirà ai produttori agricoli e ai trader per adeguare le attività e garantire la conformità.

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