In tutti i supermercati riconosci i prodotti certificati dal marchio Fairtrade sulla confezione. Alcune insegne hanno in assortimento dei prodotti Fairtrade a loro marchio.
“Per me è stato importante lavorare con Fairtrade sul cambiamento climatico e sull’ambiente. Abbiamo imparato come prenderci cura della nostra terra e abbiamo migliorato le nostre tecniche di coltura”
Magda Reza è una coltivatrice di caffè di Sonomoro, organizzazione di raccoglitori di caffè del Perù
. 57 anni, 5 figli, se le chiedessimo qual è la sua paura più grande, probabilmente ci risponderebbe che è quella di non poter assicurare ai suoi un futuro dignitoso attraverso il suo lavoro. E non si tratta di un timore immotivato. E tantomeno non solo del futuro di Magda e della sua famiglia, quanto di quello di tutta la sua comunità, e di quello di altre migliaia di persone che in Asia, Africa e America Latina basano la propria sussistenza sulla coltivazione delle preziose bacche.
Un fenomeno in aumento
Negli ultimi anni i produttori di caffè di mezzo mondo stanno assistendo all’intensificarsi di fenomeni meteorologici che devastano le coltivazioni. Alluvioni e piogge torrenziali si alternano a periodi di siccità, mettendo a dura prova la capacità dei produttori di saper fronteggiare repentini cambi di temperature. Questo permette la proliferazione di parassiti che danneggiano in modo permanente le colture. Tra tutte le coltivazioni della fascia tropicale, quella del caffè è una di quelle più a rischio. Addirittura, secondo i risultati di “A Brewing Storm: the climate change risks to coffee”, uno studio elaborato dal Climate Institute e da Fairtrade Australia, il 50% delle terre coltivate a caffè scomparirà entro il 2050, costringendo le produzioni a spostarsi dall’Equatore a zone montagnose temperate, causando ulteriore deforestazione e riscaldamento globale.
Il supporto di Fairtrade
Nel contesto degli Standard, Fairtrade supporta Magda Reza e i contadini delle altre organizzazioni Fairtrade affinché acquisiscano proprie buone pratiche agricole da mettere in pratica nel lavoro quotidiano. Avere consapevolezza dei problemi e acquisire una formazione adeguata è il primo passo per affrontare la situazione. L’obiettivo è quello di fare in modo che i contadini siano in grado di contrastare, nel proprio piccolo, gli effetti del cambiamento climatico. Nel caso di Sonomoro si è trattato ad esempio di tecniche di compostaggio, gestione delle erbacce e coltivazione all’ombra, del trattamento delle acque reflue. In altri casi si parla di piantumazione di alberi, spostamento della coltivazione del caffè ad altitudine più elevata.
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