Consumo critico: cosa si intende, come è nato e come è cambiato
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Un nuovo studio diffuso oggi in occasione di San Valentino assicura che i lavoratori e le lavoratrici nelle serre Fairtrade dell’Africa Orientale godono di salari più alti, migliori condizioni lavorative e maggiore coinvolgimento nelle tematiche relative ai diritti dei lavoratori e sulla parità di genere, se paragonati ai loro omologhi di altre organizzazioni non certificate.
Lo studio si intitola L’impatto di Fairtrade sui lavoratori delle serre e l’accesso al mercato delle serre dell’Africa Orientale ed è stato condotto da Social Policy and Development Consulting Limited. Esamina 11 serre in Kenya, Uganda ed Etiopia, delle quali nove sono certificate e due no, e si basa sui contributi di oltre 650 lavoratori attraverso sondaggi e focus group, oltre a interviste con il management delle aziende agricole, il personale Fairtrade e altri operatori del settore floreale.
I ricercatori hanno rilevato che Fairtrade ha un impatto economico “positivo” sui lavoratori e le lavoratrici delle serre: il 69% dichiara salari più elevati se confrontati con quelli degli equivalenti nelle serre non certificate. Inoltre lo studio dice che la percentuale dei lavoratori che rientrano nella categoria dei salari più alti è più che doppia nelle serre Fairtrade che in quelle non certificate.
Oltre alle maggiorazioni sui salari, quasi nove lavoratori su dieci delle aziende florovivaistiche certificate Fairtrade hanno dichiarato che loro o i membri della loro famiglia hanno beneficiato individualmente dei fondi del Premio Fairtrade. È stato utilizzato principalmente per borse di studio, miglioramenti nelle abitazioni e progetti per le comunità come accesso all’acqua pulita, strutture sanitarie o infrastrutture scolastiche. Il Premio infatti è uno strumento unico: si tratta di una somma di denaro attraverso la quale i lavoratori possono investire in progetti di sviluppo comune. Secondo il report inoltre, il Premio favorisce l’empowerment e riduce la pressione finanziaria dei lavoratori.
Dallo studio emerge inoltre che i lavoratori Fairtrade hanno più fiducia perché vedono riconosciuti i propri diritti sul luogo di lavoro, riescono a sviluppare attività parallele al lavoro e a impegnarsi nelle loro comunità. Questa consapevolezza riguarda anche la parità di genere: i corsi di formazione svolti da Fairtrade Africa hanno ampliato la comprensione delle tematiche di genere da parte dei lavoratori. Più della metà dei 71.000 lavoratori nelle serre africane Fairtrade è costituito da donne e sempre le donne ricoprono più del 50 per cento della leadership e delle posizioni di management nelle serre.
Allo stesso tempo i manager intervistati hanno dichiarato che i benefici portati da Fairtrade bilanciano i costi di certificazione: in termini di accesso al mercato, prezzi più stabili e impegno di lungo periodo da parte dei buyer.
Parallelamente, nel rapporto sono stilate una serie di raccomandazioni: si invita Fairtrade a lavorare di più con i lavoratori e le aziende agricole sulla contrattazione collettiva e sulla rappresentanza dei sindacati, sul salario dei dipendenti, e sul rafforzamento dei requisiti ambientali.
“Lo studio ci consegna un punto di vista interessante per perfezionarci, crescere come organizzazione e assicurare miglioramenti ai lavoratori delle serre in tutto il mondo” ha dichiarato Melanie Dürr, Global Product Manager per i fiori e le piante in Fairtrade International. “Se i risultati sono complessivamente positivi, sappiamo tuttavia che c’è ancora molto da fare e che dobbiamo continuare il nostro lavoro per aumentare i salari fino a raggiungere parametri più dignitosi. Non vediamo l’ora di fare tesoro di questi risultati per proseguire nella nostra missione di costruire un mondo più equo e sostenibile per tutti”.