Fairtrade e l’agenda per l’equità
È uscito l'ultimo rapporto annuale di Fairtrade International: tutte le iniziative, i progetti e i risultati raggiunti verso una maggior equità nelle filiere globali
Continua a leggereSecondo le stime più recenti delle Nazioni Unite, siamo più di 7,3 miliardi di persone nel mondo, un numero destinato a crescere a 9,7 miliardi entro il 2050. Al di là di questo dato, i giovani tra i 15 e i 24 anni saranno grosso modo un miliardo e mezzo, la maggioranza dei quali vivrà in Asia e Africa. Questa crescita della popolazione guiderà la domanda di cibo in modi che non abbiamo mai visto prima. Gli esperti prevedono che crescerà ovunque con percentuali tra il 60 e il 100% entro il 2050.
La popolazione contadina sta diminuendo rapidamente sia per ragioni anagrafiche che per problemi di salute. Tuttavia, la generazione più giovane ha poco interesse a lavorare in agricoltura per diversi motivi: basse rendite, alti rischi, difficoltà e a volte anche pericolosità del lavoro. Nello stesso tempo, si stima che 108 milioni di bambini siano costretti a lavorare in agricoltura ogni giorno. Questi bambini perdono la possibilità ricevere un’educazione e di vivere la loro infanzia e rischiano gravi infortuni o la vita stessa.
La ragioni sono complesse, alcune di tipo culturale ma per lo più di tipo economico. Quando il prezzo dei raccolti crolla, la pressione si estende sulle famiglie degli agricoltori. E le famiglie più povere o impiegano i figli nei campi o li mandano a lavorare nelle piantagioni.
Alcuni anni fa, lo staff di Fairtrade ha intervistato alcuni giovani, all’interno e all’esterno di cooperative a associazioni certificate in 15 paesi del mondo per conoscere meglio le prospettive che loro stessi vedevano in agricoltura. Per la stragrande maggioranza di essi, l’agricoltura non era considerata come uno stile di vita attraente. Citavano le ragioni che abbiamo ricordato prima ma anche altre, più pratiche: ad esempio i calli alle mani o il fatto di essere meno attraenti per potenziali partner. Hanno inoltre espresso interesse rispetto ad approcci più moderni e alla tecnologia: “Se si usasse il computer, potrei fare il contadino”.
Meno del 3 per cento dei 1500 giovani che abbiamo intervistato ha detto che vorrebbe diventare contadino. E ancora meno sono stati coloro che avrebbero desiderato diventare lavoratori della terra.
I giovani, con una maggioranza schiacciante, hanno indicato che la loro prima associazione con l’agricoltura era negativa. Come ha raccontato un ragazzo di 16 anni: “Ieri, nella mia scuola ci hanno presentato questa campagna chiamata Nutrire il pianeta: ma perché dovrei nutrire il pianeta? I miei genitori hanno nutrito il mondo e i loro genitori prima. Ma io, ancora oggi, vado a dormire affamato. Quello di cui ho bisogno sono i soldi, con cui posso nutrire me e anche i miei amici”.
Il commercio equo e solidale è stato creato per affrontare questi squilibri stabilendo prezzi minimi, il pagamento di un Premio in aggiunta alle vendite e dando potere ai piccoli agricoltori nelle relazioni commerciali. Rendendo l’agricoltura sostenibile a livello sociale, economico e ambientale per gli agricoltori e i bambini di oggi, essa potrebbe rappresentare un percorso avvicinabile anche per i giovani in futuro.
Fairtrade International ha sviluppato un approccio al lavoro minorile e forzato, inclusa la violenza di genere, chiamato Sistema di valutazione e di soluzione basato sull’inclusione dei giovani. Questo sistema mette al centro di tutte le risposte i giovani nelle comunità agricole. Iniziato nel 2014, è stato implementato in 20 progetti pilota nel mondo all’interno delle organizzazioni di produttori e ha formato giovani tra i 18 e i 24 anni sui diritti dei bambini e la loro protezione. Questo sistema li ha coinvolti dando loro l’opportunità di usare la tecnologia, condurre ricerche e guadagnare uno stipendio paragonabile a quello degli impiegati. Hanno sviluppato campagne per costruire senso di appartenenza alla comunità, hanno iniziato a collaborare con le persone beneficiate e operano in partnership con i contadini per ideare progetti di prevenzione. Questo approccio sta fruttificando e creando, ad esempio, nuove opportunità per i giovani del Belize.
Mentre alcuni hanno avuto un successo incredibile e altri meno, quello che è fuori di dubbio è che i giovani impiegati nelle organizzazioni di produttori si sono appassionati, impegnati e hanno guidato un cambiamento in agricoltura. Quando ci mettiamo in ascolto e rispettiamo il punto di vista dei giovani, gettiamo le basi per un approccio all’agricoltura che assicuri le migliori pratiche e rispetti i diritti umani. Insieme a una qualità di vita più sostenibile, questi cambiamenti possono portare speranza di futuro in agricoltura per le nuove generazioni.
di Anita Sheth, Senior Advisor per i requisiti sociali e lo sviluppo di Fairtrade International
(traduzione Ufficio comunicazione Fairtrade Italia)
Questo articolo è apparso per la prima volta su Food Tank: The Think Tank for Food, il 12 giugno 2018.