Oro etico: un passo avanti verso un futuro sostenibile
L’oro ancora oggi accompagna i momenti più importanti della nostra vita. Ma che cosa si nasconde dietro l’estrazione di questo metallo?
Continua a leggereQuando mangiamo una tavoletta di cioccolato biologico del commercio equo, possiamo quasi essere certi che l’ingrediente di base sia il cacao di Conacado.
Nata nel 1985 grazie a un progetto finanziato dal Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Dominicana e dall’Agenzia di cooperazione internazionale tedesca per migliorare le tecniche produttive e la qualità del cacao della Repubblica Dominicana, Conacado ha aggregato inizialmente piccoli gruppi di coltivatori di cacao, riuniti in Associazioni di base, che hanno ricevuto formazione e supporto tecnico sul campo. Negli anni successivi il numero dei produttori agricoli coinvolti è cresciuto e si sono formati dei Blocchi, ovvero confederazioni di produttori. Oggi Conacado è formata da 162 Associazioni di base, 7 Blocchi, coordinati dalla Confederazione generale. È una struttura (denominata “ABC”) che riunisce 8.400 piccoli produttori ed è uno dei maggiori produttori di cacao dei Caraibi.
Glenys Rosario è assistente e supervisore tecnico dei soci di CONACADO e recentemente è stata in Italia per incontrare la organizzazioni di commercio equo.
Fairtrade è il motore per il miglioramento del loro lavoro e della loro vita. Per i contadini di Conacado essere produttori Fairtrade significa non solo rispettare i criteri di certificazione, ma essere parte di un sistema che li ricompensa e ha un impatto positivo nello sviluppo dell’intera comunità. Sono molti infatti i progetti che si possono realizzare grazie al Premio Fairtrade ricevuto ogni anno e i produttori riconoscono molto l’importanza e il valore aggiunto di questa certificazione.
Gli ambiti di intervento sono stati diversi: salute, educazione, sviluppo rurale e comunitario ma anche miglioramento della produttività delle aziende agricole socie della cooperativa.
Negli anni, i soldi del Premio sono stati investiti ad esempio per costruire un acquedotto, per ristrutturare una scuola, una chiesa e per la creazione di spazi comunitari. Spesso parte del Premio viene utilizzato anche per acquistare materiale didattico ma anche per il miglioramento delle strade al fine di facilitare i trasporti e gli spostamenti dei membri della comunità.
Sono undici anni che lavoro qui e il fatto di essere una donna non mi ha mai danneggiata o ostacolata, nemmeno all’inizio. Nessun lavoro è facile, ma se possiedi le competenze necessarie e la volontà per fare bene questo lavoro andrai avanti e ti affermerai, non importa se sei donna o uomo.
In ogni sede di Conacado, all’interno di ogni team di sviluppo e assistenza tecnica come quello di cui faccio parte, c’è una donna.
Il 10-11% dei soci della cooperative è rappresentato da donne, spero che in futuro questa percentuale aumenti. Per esempio, attraverso un programma formativo specifico, stiamo lavorando per far sì che i figli e le figlie dei soci produttori non scelgano di trasferirsi in città ma possano rimanere nella comunità e prendere il posto dei genitori nella conduzione delle “fincas”. Io stessa sono parte di questo ricambio generazionale, provengo da una famiglia di coltivatori di cacao e il cacao per noi ha sempre rappresentato la principale fonte di reddito.
Stiamo lavorando sul tema della conservazione delle risorse, della lotta alla deforestazione e dell’aumento delle aree boschive del nostro territorio, della diversificazione delle colture. Il cambiamento climatico avrà conseguenze sempre più gravi, anche dal punto di vista meteorologico, modificando i periodi di pioggia e quelli di secca, che non sono come dovrebbero essere.
(intervista raccolta da Maria Sferrazza, ufficio comunicazione Fairtrade Italia)