Mirtilli e Mapuche, risalendo il Cile

Ripartiti il mese scorso dall’Argentina verso il Cile, attraversando lo spettacolare “Camino de los siete lagos”, una brutta tendinite ci ha costretti a fermarci a dormire a Villarrica a casa di Patrizio, un amico del ragazzo che ci ha ospitati gli ultimi giorni del nostro soggiorno a Pucon.
Patrizio possiede un’azienda agricola a Coñaripe, nel sud del Cile, dove da dieci anni coltiva mirtilli biologici, insieme a suo fratello. Figli di immigrati partiti dal Veneto due generazioni fa, sono cresciuti in questo piccolo paese e parlano il Mapudungun, la lingua dei Mapuche, un popolo amerindo originario del Cile centrale e meridionale e del sud dell’Argentina.
I lavoratori del loro campo sono tutti Mapuche ed è una situazione esemplare: sono infatti venuti da varie parti del Cile a vedere come possa funzionare questa collaborazione, dal momento che nel Paese sono in atto conflitti per il diritto alla terra.

Un rapporto di fiducia reciproca

Abbiamo deciso di restare qui qualche settimana, aiutandoli nella potatura delle piante, ma soprattutto coglieremo questa grande opportunità di approfondimento della cultura Mapuche, nell’attesa di poter riprendere il cammino verso nord.
Le persone appartenenti a questa etnia sono generalmente chiuse e diffidenti, soprattutto nei confronti di chi viene da fuori; molti di loro non si sono mai allontanati da casa per più di 100 km, mentre i giovani, se possono, vanno a cercare fortuna in città. A poco a poco stiamo riuscendo a comunicare, soprattutto con le donne.
In questi giorni di lavoro al campo, abbiamo potuto notare come i lavoratori vedano in maniera molto positiva la presenza di questa azienda a Coñaripe, poiché offre un’opportunità economica, in un ambiente sano (azienda bio) e in cui vengono rispettati i diritti dei lavoratori (orario di lavoro, contratti in regola, ambiente sicuro e pulito, ecc.).
I fratelli Martini stanno cercando di diffondere una cultura improntata al rispetto della natura e del luogo di lavoro stesso.
Mapuche 2

Il Fairtrade Premium a beneficio della comunità

Qui il Fairtrade Premium – la Martini Organic Blueberries vende i suoi mirtilli biologici a condizioni Fairtrade tramite il distributore Interrupcion – è stato utilizzato per sistemare i tetti delle case dei lavoratori o per l’acquisto di forniture domestiche. Per il prossimo anno stanno valutando l’idea di utilizzarlo per sistemare i bagni della scuola elementare, attualmente in pessime condizioni.
Ogni mese vengono svolti corsi di aggiornamento e si approfondisce il tema delle certificazioni.

Un ambiente ad alta biodiversità

E poi il luogo nel quale ci troviamo è magnifico. Dai campi non si vede nemmeno una casa o una strada, ma, da un lato, il vulcano Villarrica (il più attivo di tutto il Sudamerica – siamo arrivati fino al cratere qualche settimana fa) e, dall’altro, montagne e cascate. Sentiamo sempre uccellini cantare, ci sono arnie e tra le file di mirtilli sono state piantate lavanda, aglio, rosmarino per contrastare i parassiti, oltre a fiori di vario tipo per far sì che le api trovino di che cibarsi e producano così miele bio.
Ai lati di ogni sentiero si trovano file di Cannello, l’albero sacro per i Mapuche, e sono stati installati alcuni altoparlanti per diffondere la musica nei campi: in questo periodo (potatura) la musica serve per “rallegrare” i lavoratori, mentre durante il periodo di maturazione della frutta, è previsto un preciso programma di musica classica finalizzato ad aumentarne la produzione!
In questi giorni siamo stati invitati a festeggiare il “We Tripantu”, il capodanno Mapuche, in occasione del solstizio d’inverno: ci aspettano quattro giorni in cui verranno celebrati la Terra, il Cielo, l’Uomo e la Donna, secondo riti millenari.
Noi ci saremo, felici di rappresentare il marchio Fairtrade e i suoi valori.
Alla prossima tappa!
 
 
 

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