La storia delle bacche di goji Fairtrade

Scopri la storia delle Bacche di Goji certificate Fairtrade delle cooperative Delingha e Qinghai, in Cina. Approfondisci il supporto Fairtrade ai confronti dei piccoli agricoltori!

Quando assaggi le Bacche di Goji, senti che le labbra quasi si raggrinziscono: hanno un gusto molto particolare, tra l’acido e il dolce, un colore che va dal rossiccio scuro all’arancio e frutti ovali. Le Bacche di Goji sono native dell’Asia e da sempre sono considerate un super food e utilizzate a scopo curativo, rigenerante e antiossidante. Il frutto infatti è ricco di ferro, minerali, vitamine del gruppo A e C e gioca un ruolo vitale, quasi sostitutivo di diversi alimenti comuni. La Cina è il più grande fornitore di Bacche di Goji a livello mondiale: oltre ad essere vendute nei mercati locali, vengono infatti da tempo esportate in Europa e nei principali mercati dei Paesi occidentali.

La pianta delle Bacche di Goji.

La cooperativa Delingha

Delingha Jiaxin Professional Cultivate Cooperative Organization è una organizzazione di agricoltori di Bacche di Goji situate nel villaggio di Gahai Town vicino alla città di Delingha nella provincia di Qinghai, in Cina che è a 500 km dalla città di Xiging, la capitale della provincia. È conosciuta per essere una delle organizzazioni che coltiva la migliore qualità di Bacche di Goji della Cina. È anche una delle piantagioni più grandi con un’area totale di 550.000 acri (più di 220.000 ettari) di cui 85.000 acri (circa 34.000 ettari) coltivati a biologico.

Delingha Jiaxin Professional Cultivate Cooperative Organization è stata fondata nel 2013, inizialmente con soli 7 soci. Oggi sono diventati 30 e si sono specializzati nella coltivazione, lavorazione e vendita delle Bacche di Goji. La piantumazione delle bacche è fatta in primavera o estate mentre la stagione di raccolta inizia nell’ultima settimana di agosto e si protrae fino a metà ottobre. Le bacche quando sono mature vengono scrollate dall’arbusto e raccolte da terra.

La cooperativa Qinghaj

Qinghai Goji Berry è una cooperativa di Qaidam Basin, nei dintorni della prefettura di Haixi (la seconda regione della Cina dove si coltivano Bacche di Goji) con una altitudine di 2.700-3000 metri. Qui la luce, il calore, l’acqua e le risorse del suolo sono uniche. Non c’è inquinamento industriale in un raggio di 150 km dall’area di produzione delle bacche. Il clima è secco con un’illuminazione media di 15 ore al giorno e la differenza di temperatura tra il giorno e la notte è molto forte e l’umidità dell’aria è bassa. Le malattie delle piante e le infestazioni degli insetti sono poche, la densità di popolazione è bassa e l’ambiente è pulito. Le Bacche di Goji che crescono nella regione sono conosciute per avere il 30% di flavoni in più rispetto a quelle coltivate in altre regioni. E i flavoni, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, sono molti importati per le loro riconosciute proprietà antiossidanti.

Una volta che le bacche sono state raccolte, vengono trasportate alla fabbrica di trasformazione. Lì vengono lavate, essiccate (al sole o attraverso il riscaldamento), selezionate, pulite, classificate e impacchettate per le vendite o le esportazioni. La stagione dell’esportazione di solito dura fino a gennaio dell’anno seguente.

Il prodotto più esportato

Secondo i clienti di Xining, capitale dello Qinghai, le Bacche di Goji ora sono in cima alla lista del prodotto agricolo più esportato in termini di volume: 18 paesi e regioni tra cui Francia, Canada e Giappone.
La cooperativa Delingha produce un volume annuale di 165 tonnellate di Bacche di Goji per un’area produttiva di 1100 acri. Anche se questo frutto è conosciuto per il suoi benefici economici ed ecologici, dal 2015, a causa di importanti cambiamenti climatici e di un mercato debole e instabile, la piantagione ne ha risentito. Il raccolto annuale della cooperativa è inferiore al 70%, il che fa sì che gli agricoltori subiscano gravi perdite costringendoli a rinunciare alla semina.

Le conseguenze di Covid-19

Durante la fase iniziale della crisi Covid-19 tra gennaio e aprile, a causa delle restrizioni nel movimento dei beni e la chiusura temporanea dei porti, i contadini dovevano stare a casa senza guadagnare nulla per il sostentamento delle loro famiglie.
La cooperativa ha potuto esportare soltanto 5 tonnellate di prodotto in Francia, ma senza la certificazione Fairtrade. Con il supporto del Fondo di soccorso Fairtrade, ha potuto acquistare e distribuire dispositivi di protezione individuale e cibo per aiutare i propri soci.
Dengzhang Lei ha una famiglia con due figli, ed è abituato a vivere nelle difficoltà. Dice: “Le bacche di goji hanno aiutato a sopravvivere me e la mia famiglia. Sono redditizie. Di solito facciamo fatica a guadagnare qualcosa ma coltivare le Bacche di Goji ci porta sufficienti entrate”.

La cooperativa ha superato ogni genere di difficoltà per sopravvivere e crescere pur nelle avversità. Dopo la certificazione Fairtrade, che è arrivata nel 2017, i contadini hanno raggiunto dei buoni risultati migliorando le tecniche di coltivazione grazie alla guida di esperti e a una gestione più qualificata.
Attraverso Fairtrade, ora cerca di trovare nuovi partner per esportare le sue bacche verso nuovi mercati nel mondo.

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