Coca, cacao e dignità raccontati a Expo

Negli ultimi due mesi, in Expo, ho avuto l’occasione di seguire ben tre iniziative pubbliche, di vario genere, in cui è emerso che in alcune aree del Perù la produzione di cacao di buona qualità è diventata così vantaggiosa per i produttori locali da soppiantare la coltivazione della ben più redditizia coca. Come si spiega questo fenomeno? I consumatori di coca si sono per caso convertiti alla tavoletta di cioccolato? Dovremo preoccuparci del fatto che il cioccolato in futuro diventi illegale?
Alla ricerca del filo rosso
Niente di tutto questo. Qual è allora il filo che unisce consumo di cioccolato e lotta alla coltivazione della coca?
In tutte e tre le iniziative quello che ho sentito dire è che, in Perù , alcuni contadini si sono riuniti per migliorare la produzione e conservazione del cacao, hanno affrontato insieme le sfide del mercato, hanno cercato (e trovato) partner commerciali affidabili, e iniziato l’avventura esportando quantità sempre maggiori di questo prezioso frutto, facendo attenzione anche all’impatto ambientale delle coltivazioni.
Hanno contribuito anche alcuni fattori collaterali come, ad esempio, un maggiore intervento dello stato in alcune zone del paese oppure la valorizzazione commerciale del cacao “criollo” (varietà molto quotata tra i compratori di cacao di qualità). Ma l’elemento più importante è stato la creazione e poi il consolidamento delle cooperative, quasi sempre dotate di certificazione biologica e Fairtrade, che hanno fornito assistenza tecnica ai produttori e hanno reinvestito i margini in maggiore produttività.
Le conseguenze
Ecco quindi arrivare, nel corso del tempo, un aumento del prezzo locale per i semi di cacao di qualità superiore e un sempre maggiore interesse non solo a questa coltivazione ma anche all’essere -orgogliosamente- soci delle cooperative di cui sopra.
Così, la pianta del cacao ha soppiantato quella della coca, sicuramente più redditizia, ma anche più pericolosa- per le famiglie dei coltivatori e per l’ambiente,- e certamente meno dignitosa.
Ecco scoperto il filo che unisce consumo di cacao e lotta alla coca: il lavoro in cooperativa, i prefinanziamenti, la partnership commerciale, i progetti di miglioramento continuo… in una parola Fairtrade. Ecco quindi come si può riconoscere, scegliendo una tavoletta di cioccolato, quella che sta aiutando i contadini del Perù a trasformarsi da coltivatori di coca a coltivatori di cacao e dignità.
(Foto Coop Norandino)

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