La nostra sfida possibile

Quando ci si è presentata la possibilità di diventare uno dei partner della società civile di Expo, vi abbiamo letto una straordinaria occasione: quella di portare a cospetto delle migliaia di persone che nei prossimi mesi transiteranno tra cardo e decumano, il racconto di come Fairtrade si impegna a ricostruire un rapporto diretto tra consumatori nel Nord del mondo e produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo, assicurando più equità nelle filiere produttive.
La narrazione di questo percorso per noi è iniziata ieri, con l’assemblea annuale dei soci in Cascina Triulza. L’appuntamento ha inaugurato la nostra presenza all’interno della manifestazione, che proseguirà con un ricco calendario di incontri fino al prossimo 14 ottobre, quando, insieme ad esponenti del mondo Fairtrade provenienti da tutto il mondo, celebreremo il Fairtrade Day. Nell’avviare questo percorso abbiamo voluto raccogliere in un documento la nostra posizione, che esprime le condizioni dalle quali non si può prescindere se si vuole affrontare il tema del futuro del cibo.
Per Fairtrade il tema del futuro della nutrizione globale parte della considerazione che il sistema alimentare si trova in una situazione particolarmente critica. Il nostro modo di produrre e consumare negli ultimi decenni si è rivelato così devastante per il pianeta che, ad esempio, secondo il rapporto Living Planet del WWF, ne servirebbero almeno altri due per mantenere il nostro stile di vita attuale. Risorse che evidentemente non abbiamo. Fenomeni come il land grabbing e la deforestazione stanno deprivando in modo drammatico le popolazioni locali del loro sacrosanto diritto alla terra, compromettendo l’ecosistema e la sopravvivenza delle comunità. Tale situazione è aggravata da decenni di volatilità dei prezzi delle materie prime, mancanza di risorse da investire, pressioni inflazionistiche globali e l’impatto negativo dei cambiamenti climatici. Si aggiungono costi dei fertilizzanti in continua crescita e l’instabilità dei prezzi dei carburanti.
Ma non si tratta solo di avere più attenzione per l’ambiente e rispetto della biodiversità. Negli ultimi anni l’attenzione della stessa opinione pubblica, in occasione di tristi fatti di cronaca come il crollo della fabbrica del Rana Plaza, è stata risvegliata sulle drammatiche condizioni di sfruttamento in cui vivono decine di migliaia di produttori agricoli e lavoratori in Asia, Africa e America Latina. E sulle agende dei governi ormai il tema della lotta alle disuguaglianze sta prendendo il posto della lotta alla povertà. Fairtrade, che fin dalla sua nascita ha fatto del tema della giustizia sociale la propria battaglia, ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale nell’emancipazione in quelle comunità nei prossimi anni.
Sono molto orgoglioso del contributo che Fairtrade porterà all’interno di Expo nei prossimi mesi. Di certo sarà l’occasione di confrontarsi con molti e diversi interlocutori su alcune delle grandi sfide del nostro tempo. Perché lottare insieme per un mondo più giusto è una missione possibile, oltre che doverosa.
 
Nella foto: bambine si recano a scuola circondate da piantagioni di tè, Makaibari Tea Estate, India. Foto di Didier Gentilhomme.

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