Fairtrade: un tassello prezioso per il lavoro sui diritti umani

Secondo un nuovo studio, Fairtrade è un partner prezioso per le aziende che prendono sul serio la sostenibilità dice Titti Nahi, direttrice Business and Human rights del Centro di eccellenza Fairtrade HREDD.

I punti di forza e di debolezza delle certificazioni sono stati molto discussi nelle ultime settimane, mentre sono in pieno svolgimento i negoziati per una legge sulla sostenibilità aziendale a livello di Unione Europea.
“Gli audit sociali non possono risolvere le violazioni dei diritti del lavoro”, ha ricordato Human Rights Watch il 15 novembre. Le certificazioni possono essere “un tassello, non una delega” per la due diligence sulla sostenibilità aziendale, ha aggiunto SOMO, una ONG olandese esperta su questi temi, dieci giorni dopo. Questi rapporti concordano sul fatto che le certificazioni e gli audit sociali possono essere preziosi strumenti di sostenibilità per le aziende, ma sono necessari anche solidi processi interni e molte altre misure.
Fairtrade è pienamente d’accordo. La certificazione può essere solo una parte degli sforzi di sostenibilità di un’azienda. È per questo che ci impegniamo in tante misure che vanno oltre la certificazione. I redditi degli agricoltori e dei lavoratori sono così bassi, le sfide ambientali così complesse e la discriminazione così radicata in molte catene di approvvigionamento, che l’approccio olistico e la collaborazione tra governi, imprese e società civile sono fondamentali.

Nur Aini (59), Kaunani (49), Halimatussaqdiah (38), Wafiq (3), & Evawarni (43) sono tutte contadine del villaggio di Batin Baru, Aceh, Indonesia. Si aiutano a trascrivere i libri contabili. ©Brahmantyo Putra/Fairtrade International/Fairpicture.

Qual è il contributo di Fairtrade?

Data la necessità di un approccio multi-stakeholder, che tipo di “tassello” può rappresentare Fairtrade, secondo le parole del briefing di SOMO? Fairtrade riduce i danni ai diritti umani nelle catene di approvvigionamento? Cosa possiamo offrire alle imprese nel loro percorso di due diligence?

Queste domande sono al centro di un nuovo studio pubblicato oggi da Fairtrade. Lo studio è stato portato a termine da un team di ricercatori e ha coinvolto attraverso interviste oltre 100 agricoltori, lavoratori, dirigenti di cooperative o piantagioni impegnati nella produzione di caffè su piccola scala in Colombia ed Etiopia, o in grandi piantagioni di banane nella Repubblica Dominicana e in Colombia.
Ecco quattro punti fondamentali.

1. Migliorare i redditi per migliorare la vita

In primo luogo, Fairtrade fa la differenza nel promuovere i diritti umani, in particolare il miglioramento dei redditi e degli standard di vita. Inoltre, è dimostrato che il miglioramento dei redditi favorisce il rispetto di diversi altri diritti, come la salute e l’istruzione.
Gli interventi chiave di Fairtrade sono il Prezzo Minimo e il Premio Fairtrade. È dimostrato che il Prezzo Minimo Fairtrade prevenga gli impatti negativi sui diritti umani causati da prezzi bassi o fluttuanti, mentre il Premio sostiene gli investimenti agricoli e sociali, garantendo un tenore di vita più elevato a contadini e lavoratori.

Lavoratori in una cooperativa di coltivatori di banane in Ecuador. ©CLAC

2. Cambiare il contesto

In secondo luogo, Fairtrade può sostenere il percorso di consapevolezza sui diritti dei lavoratori e la parità di genere, ma le leggi nazionali e la cultura locale giocano un ruolo importante nel limitare o migliorare i diritti.

Per esempio, il team di ricerca locale nella Repubblica Dominicana ha scoperto che Fairtrade ha migliorato la stabilità del lavoro e le condizioni di vita delle lavoratrici nelle piantagioni di banane, grazie a una “selezione impressionante di regole sui diritti delle donne”. D’altra parte, il machismo, la limitata sindacalizzazione e la vulnerabilità dei lavoratori migranti haitiani ostacolano ancora la piena realizzazione dei diritti.

Lavoratrici dei vivai di poinsetia di Red Fox Ethiopia/Dummen Orange a Koka Negewo, Ethiopia. ©Fairtrade / Hilina Abebe

3. Un approccio olistico

Gli Standard Fairtrade raccontano poco dell’impatto sul campo. I nostri standard includono requisiti dettagliati sui diritti umani, dalla conduzione della valutazione del rischio all’incoraggiamento alla sindacalizzazione e alle misure per prevenire il lavoro minorile e le molestie.

Ma per sostenere i diritti non basta scrivere delle regole sulla carta. Le persone devono essere consapevoli dei propri diritti e delle proprie responsabilità. I luoghi di lavoro e le filiere devono impegnarsi nel dialogo sociale. Le organizzazioni di agricoltori, le piantagioni e le aziende di trasformazione hanno bisogno di risorse per mettere in atto processi di sostenibilità e formazione più efficaci. E le politiche e le leggi devono essere rafforzate.

Ecco perché Fairtrade non si limita a standard, audit e misure correttive, ma si occupa anche di formazione e sostegno per agricoltori e lavoratori, programmi di sviluppo, attività di advocacy, campagne di sensibilizzazione e stabilisce il Prezzo Minimo e il Premio Fairtrade. Lo studio rileva che questo approccio olistico è stato fondamentale per far progredire i diritti umani in ognuno dei casi studiati.

Ad esempio, i coltivatori di caffè etiopi hanno riferito di aver tratto una serie di benefici grazie agli standard e ad altri interventi: migliori condizioni di lavoro per i braccianti assunti, salari più alti, orari di lavoro più equi e la fornitura di attrezzature di sicurezza, nonché edifici scolastici, presidi sanitari, strade migliori e infrastrutture elettriche grazie ai fondi del Premio Fairtrade.

4. Un partner prezioso

In quarto luogo, lo studio propone che Fairtrade possa essere “un partner prezioso in varie fasi della due diligence aziendale in materia di diritti umani”, soprattutto per quanto riguarda la valutazione e la mitigazione dei rischi e l’impegno con le parti interessate.
Lo studio rileva che “Fairtrade ha la capacità di contribuire alla cessazione, alla prevenzione e all’attenuazione di alcune questioni relative ai diritti umani”, soprattutto perché “l’impatto di Fairtrade, in larga misura, sembra essere diretto alle questioni più salienti dei diritti umani”. Le reti di produttori Fairtrade in Africa, Asia e America Latina sono considerate in grado di avere “una comprensione approfondita, contestualizzata e ricca di sfumature di questioni spinose come il lavoro minorile”.

Inoltre, “Fairtrade è in una buona posizione per portare le conoscenze sui rischi e la voce dei produttori nel processo di identificazione e nella valutazione dei rischi aziendali”.

Costituita da 440 soci, 67% dei quali sono donne, Cacao Tocache è situata nella regione di San Martin, in Peru. ©CLAC

Il lavoro che facciamo insieme agli agricoltori e ai lavoratori può rappresentare un valido apporto per le aziende che sono fortemente impegnate nella sostenibilità. Sebbene sia previsto dalle linee guida dell’ONU e dell’OCSE sulla due diligence, tale impegno non è frequente. L’ultimo rapporto di CHRB, il Corporate Human Rights Benchmark, mostra che più del 70% delle più grandi aziende al mondo che lavorano nei settori dell’alimentazione e dell’agricoltura, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e della produzione automobilistica, ha ottenuto un punteggio pari a zero per quanto riguarda il coinvolgimento delle parti interessate.
Lo studio spinge Fairtrade a chiarire il proprio ruolo di supporto, e non di sostituzione, alle HRDD delle aziende. Inoltre, pone alle aziende, ai legislatori e anche alle certificazioni la scelta tra una “due diligence” superficiale e una “HRDD significativa” che cerca un dialogo profondo, un’equa condivisione dei costi e progressi concreti.

Stiamo facendo del nostro meglio per promuovere una legislazione significativa e per sostenere le aziende e i produttori a navigare in questo panorama in evoluzione, in modo che ognuno possa portare il proprio “pezzo” al tavolo per far progredire i diritti umani per tutti.

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