8 marzo, un nuovo studio sulle donne e Fairtrade

Offrire alle donne l’opportunità di entrare nelle organizzazioni di produttori agricoli porta vantaggi alle aziende e sostiene lo sviluppo globale, oltre che, ovviamente, rappresentare una conquista per le donne stesse. Lo racconta “Equal Harvest“, un nuovo studio pubblicato da parte della Fairtrade Foundation in Gran Bretagna, che mette sotto la lente di ingrandimento dei gruppi di produttori Fairtrade della Rep. Dominicana (banane), India (cotone) e Kenya (tè), spiegando cos’è il gender gap per le donne di queste comunità.
Ad oggi le donne rappresentano il 25% della forza lavoro nelle organizzazioni del circuito del commercio equo Fairtrade, che complessivamente raccoglie 1.210 realtà in 76 Paesi di Asia, Africa e America Latina. Tra i fattori che ostacolano il loro ingresso nei gruppi di produttori ci sono vincoli legali, sociali e culturali. Ad esempio il possesso della terra è fondamentale sia per entrare nelle organizzazioni che per raggiungere dei ruoli manageriali, ma nella maggior parte dei casi le donne non sono intestatarie di proprietà.
Eppure, racconta lo studio, la partecipazione delle donne nei gruppi di agricoltori è stimolo all’aumento della produttività, favorisce lo sviluppo delle comunità e rappresenta una buona occasione per il lancio di nuovi prodotti come la linea “Grown By Women“, distribuita da Equal Exchange.
Lo studio si può scaricare dal sito della Fairtrade Foundation.

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