Giornata del commercio equo per gli agricoltori, eroi senza nome

Il 9 maggio è la Giornata internazionale del commercio equo e solidale.  In questa occasione, Fairtrade vuole mettere al centro la situazione attuale dei produttori, colpiti dall’ennesima crisi che mette a repentaglio la loro sopravvivenza.

Fairtrade vuole mettere al centro la situazione attuale dei produttori, colpiti dall’ennesima crisi che mette a repentaglio la loro sopravvivenza.

Sylvia è una piccola produttrice di caffè che coltiva il suo appezzamento in El Salvador, attraverso metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione e che lei ha appreso dalla nonna, anch’essa coltivatrice di caffè che le ha trasmesso l’amore per la sua terra. Sono tante le sfide che deve affrontare ogni giorno nel suo piccolo campo: le malattie che colpiscono le piante, causate dal cambiamento climatico; l’oscillazione dei prezzi del mercato del caffè che spesso costringe contadini come lei ad abbandonare la terra; e oggi anche la Covid-19 che ha bloccato il suo Paese, impedendo ai contadini di portare il frutto del loro lavoro ai centri di raccolta e ai magazzini da dove la merce parte per essere distribuita in tutto il mondo.

Se il futuro di tutti gli abitanti del pianeta è messo a repentaglio dalla pandemia, questo è ancora più vero per gli agricoltori, soprattutto dei Paesi in via di sviluppo, messi sotto scacco dall’ennesima sfida che rischia di vanificare ancora una volta i loro sforzi. Senza Sylvia, che rappresenta milioni di persone che ci permettono di trovare in tavola i nostri prodotti preferiti, non potremmo vivere.

Gli agricoltori al centro

Per questo il 9 maggio, in occasione della Giornata mondiale del commercio equo, vogliamo dare un volto e un nome a questi “eroi” che sfidano condizioni ambientali e sociali avverse per vivere con dignità della terra, la loro fonte di sopravvivenza, ma anche la nostra.

Come Sylvia, nominiamo Gilberto, in Perù, coltivatore di cacao della foresta amazzonica; Monicah, lavoratrice nelle serre delle rose del Kenya, messe in ginocchio dall’azzeramento della domanda di fiori sui nostri mercati; Florentina, a Panama, nelle piantagioni di banane sottratte alle multinazionali; José che coltiva il suo cacao in Colombia, proteggendo la sua comunità di pace in mezzo a un clima di violenza e intimidazione, Leelavati raccoglitrice di tè nella regione del Nilgiri; Geneviève e Anne-Marie, “regine” del Cacao in Costa D’Avorio in una società dove le donne non hanno diritto alla proprietà della terra.

Sono tante le contadine e tanti i contadini a cui Fairtrade sta cercando di dare un volto. Si stima che siano circa 1 milione e 700 mila le persone che riusciamo a raggiungere con i benefici apportati dalla certificazione, riuniti in più di 1700 organizzazioni in 75 paesi. Oggi più che mai siamo al loro fianco per aiutarli a fronteggiare questa crisi.

I fondi per l’emergenza e per la ripresa

Proprio in occasione della Giornata internazionale del commercio equo, Fairtrade International ha annunciato l’istituzione di due fondi, raccolti attraverso le Iniziative nazionali Fairtrade e attraverso le aziende certificate. Il primo, servirà ad aiutarli a fronteggiare l’emergenza di questo momento e ad acquistare dispositivi di sicurezza, sanitari e generi di prima necessità per le comunità e, in particolare, per i più bisognosi. Il secondo, per sostenere la ripartenza a medio e lungo termine, il rafforzamento finanziario e gli interventi di programmazione per risollevarsi dalla crisi. Si chiama “Fondo per la resilienza” per il quale Fairtrade sta cercando il sostegno di tutte le aziende partner.

Lavoratrice presso Oserian, Lago Naivasha, Kenya

Il Premio Fairtrade

Anche in occasione di questa emergenza, il Premio si sta rivelando uno strumento straordinario e flessibile, che risponde ai bisogni specifici delle comunità. Fairtrade l’ha svincolato dall’utilizzo ordinario (che prevede la decisione sugli investimenti e la loro pianificazione nel corso di un’unica assemblea annuale, nel caso delle cooperative) per renderlo disponibile per gli interventi di emergenza. Mentre scriviamo, le cooperative in Africa, America Latina e le organizzazioni in Asia stanno utilizzando il Premio per sostenere gli ospedali e i centri sanitari; per distribuire generi di prima necessità alla popolazione locale; per dotare i centri di raccolta e lavorazione di dispositivi di sicurezza; per riconvertire parte della produzione ad esempio, al confezionamento di mascherine.

Sostenere gli agricoltori, eroi in prima linea anche in questa emergenza, significa sostenere noi tutti. Acquistando i prodotti di commercio equo certificati Fairtrade, abbiamo un’opportunità in più per contiuare a farlo.

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