Sostenibilità nella filiera florovivaistica: Flora Toscana

Da qualche anno le Conferenze mondiali sul clima sono tra i principali eventi internazionali che Fairtrade, a livello globale, presidia ed in occasione della COP27, in corso in questi giorni in Egitto, abbiamo intervistato Simone Bartoli, direttore generale di Flora Toscana.

Da oltre 50 anni Flora Toscana è una cooperativa di produttori della filiera florovivaistica. Con i suoi 230 soci, 130 collaboratori e 5 sedi operative, si occupa di produzione e commercializzazione di fiori e fogliame reciso e di piante in vaso, dalla piantina al prodotto finito. Dal 2006 Flora Toscana è il nostro partner per l’importazione e la distribuzione di fiori certificati Fairtrade: dalla rosa singola nei vari colori, al mazzo di rose fino al bouquet composto da rose Fairtrade e fiori e fronde italiane. Dalla GDO alla rete di fioristi italiani, anche attraverso l’acquisto di fiori si contribuisce a migliorare la qualità della vita dei lavoratori del Sud globale: ne abbiamo parlato con loro.

Un esempio di bouquet con rose certificate Fairtrade di Flora Toscana

Qual è la visione della tua azienda rispetto al futuro delle filiere sostenibili? Che cosa vorresti che succedesse?

Nell’attuale sistema economico e produttivo nessuna impresa, nel definire la propria strategia aziendale, può ignorare gli effetti e gli impatti che la propria attività andrà a produrre sia sul piano sociale che sul piano ambientale. Flora Toscana ha avviato vari progetti e intrapreso molte attività tese a contribuire ad una maggiore sostenibilità del proprio percorso aziendale e delle proprie filiere, sia da un punto di vista etico che ambientalistico. Per noi filiera sostenibile è lavorare tutti, congiuntamente, per il rispetto dei diritti umani e affrontare i rischi legati al cambiamento climatico in un quadro di responsabilità a catena.

Che valore aggiunto deriva dalla partnership con Fairtrade?

Un mercato che si basa su principi di equità e solidarietà è nella natura del nostro essere cooperativa. Flora Toscana nasce infatti per offrire ai propri soci i migliori servizi e le migliori opportunità di mercato al costo più basso possibile. Attraverso la collaborazione con Fairtrade abbiamo aggiunto al nostro bagaglio valoriale e al nostro assortimento prodotti che si contraddistinguono per il loro valore etico di lotta contro le diseguaglianze e contro il cambiamento climatico. Oggi Fairtrade è sinonimo non solo di equità e di difesa dei diritti dei produttori/lavoratori ma anche di sostenibilità ambientale, un percorso che ci trova assolutamente allineati.

Che cosa significa giustizia climatica per la tua azienda?

Oggi siamo tutti consapevoli del fatto che il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma che sta avendo forti ripercussioni sociali, economiche e sulla salute pubblica, in particolare sulle popolazioni più svantaggiate. Tendere verso un modello di business ad emissioni zero è si un progetto ambizioso ma è quello che guida Flora Toscana, un percorso di miglioramento continuo per continuare a sviluppare le proprie attività abbattendo la propria impronta non solo sul territorio dove opera ma coinvolgendo tutte le sue filiere, nel solco del Green Deal, il patto verde europeo che ha come obbiettivo la neutralità climatica e la difesa della biodiversità.

Abbiamo intervistato Simone Bartoli, direttore generale di Flora Toscana sui temi cari a Fairtrade, in occasione di COP 27.
Simone Bartoli, direttore generale di Flora Toscana.

Quali attori globali abbiamo bisogno di avere a bordo per realizzare filiere sostenibili?

Abbiamo bisogno di tutti, cittadini compresi che grazie alle proprie scelte di acquisto possono dare al mercato un segnale concreto, ma sono soprattutto le aziende che possono svolgere un ruolo chiave per una economia e una società sostenibile attraverso una accurata selezione dei fornitori in modo da poter escludere dalle proprie filiere rischi di impatti negativi potenziali ed effettivi su diritti umani e sull’ambiente.

Di fronte a sfide come quella dell’inflazione, come fate a portare avanti i vostri obiettivi di sostenibilità?

Stiamo vivendo tempi molto complicati, la pandemia prima, la guerra in Ucraina e la crisi energetica stanno mettendo a dura prova il portafoglio degli italiani e non solo, ma è anche vero che negli ultimi anni è molto cresciuta la sensibilità verso i temi della sostenibilità, specie tra i giovani Millennials e Generazione Z. In un contesto socio-economico come quello che stiamo attraversando dobbiamo a maggior ragione saper cogliere il cambiamento dei modelli consumo e continuare sul percorso di sostenibilità intrapreso che non potrà che essere il futuro.

Cosa pensi si aspettino i cittadini dalla vostra azienda, ora e in futuro?

Di continuare sulla strada della transizione ecologica definito dal Green Deal europeo a partire, nel nostro settore, dalla riduzione di fitofarmaci utilizzati in agricoltura, creando mercato e sviluppo tutelando l’ambiente e rispettando i diritti dei lavoratori, incoraggiando e supportando idee e azioni per proteggere il nostro pianeta con innovazione e qualità due fattori indispensabili per un futuro di crescita sostenibile delle filiere agroalimentari.

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