Quattro regole d’amore

San Valentino mi ha fatto tornare in mente una longeva e bellissima storia d’amore: quella tra Agricoltura Biologica e Commercio Equo. Lei è attenta all’ambiente, ai ritmi della natura, alla ricchezza della diversità. Lui ha il piglio maschile del commerciante, ma rispetto all’antagonista Libero Mercato ha un fortissimo senso della giustizia e non dimentica il valore delle persone. Se la cavano benissimo anche da soli, ma quando si mettono insieme formano una coppia perfetta.
La settimana scorsa non è stata quindi una sorpresa vedere al Biofach, la grande fiera del biologico di Norimberga, la numerosa presenza di operatori Fairtrade. Anzi, ne ho approfittato per andare un po’ più a fondo a scoprire i segreti di una storia d’amore così lunga e felice.
Primo: guardare al futuro
Rajah Banerjee, proprietario della piantagione di tè Makaibari in India, mi ha raccontato la sua visione olistica: il suolo, le piante di tè, le persone sono tutti interconnessi e quando uno di essi è in salute, tutto intorno è in salute. Quando uno si ammala, tutto intorno si ammala. Avere cura dell’ambiente significa puntare sul futuro, anche se Rajah Banerjee sostiene che il migliore investimento a Makaibari lo fanno le donne, che scelgono di spendere i loro soldi in educazione e in attività formative e culturali per sé stesse e per i loro figli.
Prendo nota: il primo segreto di questa storia d’amore è investire insieme sul futuro della comunità.
Secondo: completarsi a vicenda
Sempre a proposito di donne: ad Agadir, Marocco, c’è la prima cooperativa ad aver ottenuto la certificazione Fairtrade per l’olio di argan. Sono tutte donne e sulle donne investono, utilizzando il Premium Fairtrade in programmi per la promozione dell’indipendenza e dell’alfabetizzazione femminile. Allo stand sento Nadia, la presidente, dire alle sue collaboratrici che biologico e Fairtrade sono complementari perché il primo salvaguardia l’ambiente, il secondo le persone. Ecco scoperto anche il secondo segreto.
Terzo: qualche soldo in più non guasta
Si sa, la vita di coppia è fatta anche di necessità terra terra. Atul Pandit, dell’azienda indiana Pure Life che commercializza lo zucchero di canna dei piccoli produttori, evidenzia che il Premium per lo zucchero biologico è 80 dollari alla tonnellata, contro i 60 del convenzionale. Del racconto di Atul mi rimane impresso anche un altro aspetto. Gli standard Fairtrade richiedono processi democratici e obbligano i soci a riunirsi regolarmente, e questo ha dato ai contadini una maggiore consapevolezza del loro ruolo anche come cittadini. “Durante le assemblee si inizia parlando della coltivazione biologica della canna da zucchero e si finisce a parlare di politica”. Tra di me sorrido pensando a certe cene in famiglia… le coppie sono proprio tutte uguali!
Quarto: migliorarsi sempre
L’ultimo segreto che porto a casa dal Biofach lo scopro parlando con Pamela Esquivel Rios della cooperativa Acopagro. Sono i primi esportatori di cacao biologico del Perù ma non si accontentano: stanno sviluppando la coltivazione di varietà speciali, con un profilo organolettico unico. I campioni che hanno portato in fiera, soprattutto quello denominato San Rafael, hanno conquistato i maître chocolatier presenti. Sul mio taccuino scrivo: per una storia d’amore longeva e ricca come quella tra Bio e Fairtrade, non bisogna mai smettere di crescere e migliorarsi.
 
Nella foto: Swargi Kumar Banerjee con il suo tè allo stand.

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