Agroforestazione dinamica: un progetto di resilienza climatica in Ghana

I coltivatori di cacao stanno portando avanti un programma per combattere il cambiamento climatico e assicurarsi la sopravvivenza.

Quando si parla effetti del cambiamento climatico, i coltivatori di cacao in Africa Occidentale stanno affrontando un futuro incerto. Le temperature più alte e la siccità hanno messo a rischio le coltivazioni, aprendo la porta alla diffusione di malattie delle piante e ai pesticidi che non offrono risposte a lungo termine così come i metodi di coltivazione tradizionale. Lo studio che abbiamo presentato lo scorso anno ha previsto che l’aumento delle piogge torrenziali metterà a rischio in modo significativo la produzione di cacao in Africa occidentale nei prossimi anni.

Questo è un motivo ulteriore di stress per i contadini che già devono confrontarsi con prezzi bassi, la dipendenza da una monocoltura e la povertà. E questo contribuisce alla deforestazione, poiché la mancanza di produzione e di guadagni sufficienti induce gli agricoltori a disboscare illegalmente le foreste protette nella speranza disperata di poter avere più terra disponibile.

Fairtrade stabilisce un prezzo minimo che protegge le cooperative certificate e i loro contadini dalla caduta dei prezzi e il Premio Fairtrade che è una somma aggiuntiva che le cooperative in modo democratico decidono come investire: nelle loro aziende agricole e comunità. Fairtrade proibisce la deforestazione e al tempo stesso supporta gli agricoltori nella diversificazione in altre colture o nel trovare altre fonti di entrata.

Ma bisogna fare di più per affrontare problemi che si intersecano con quelli del basso reddito e della sfida essenziale del cambiamento climatico per la sopravvivenza dei contadini.

Ecco il programma Sankofa che sta lavorando con un gruppo di coltivatori di cacao in Ghana per trovare soluzioni articolate a questi problemi complessi.

 

Bismark Kpabitey 36 anni, coltivatore di cacao, fa una formazione sull’irrigazione ad altri coltivatori.Bismark fa parte del progetto Sankofa.

Ripristinare la foresta, diversificare il cibo e le risorse per produrre reddito.

Sankofa significa “ritornare o recuperare” nella lingua Twi del Ghana, ed è un nome adatto per un progetto che si propone di ricostruire foreste rigogliose che non siano in contrasto con gli interessi dei contadini ma integrate. Il progetto è stato lanciato nel 2019 con una delle più grandi cooperative certificate del Ghana, Kuapa Kokoo che conta 86.000 membri attraverso molte cooperative più piccole. Il fondo di partenza veniva sia da partner pubblici che privati, come i governi della Svizzera e della Danimarca, l’azienda manifatturiera svizzera Halba, Coop Svizzera, l’International Trade Center e Max Havelaar Svizzera.

L’agroforestazione dinamica comporta la combinazione di diverse coltivazioni e specie di alberi con differenti cicli di vita che occupano differenti livelli o strati di foresta, in modo che le famiglie abbiano a rotazione coltivazioni aggiuntive per provvedere ai propri bisogni come un reddito in più al di fuori della stagione di raccolta del cacao. Le coltivazioni che forniscono cibo, gli alberi e le altre piante sono assortite in modo da creare ombra, nutrire il suolo, aumentare la biodiversità ed evitare la deforestazione. Le vecchie piante di cacao, ormai poco produttive, vengono sostituite come parte del processo di riabilitazione.

Il progetto Sankofa ha l’obiettivo che almeno 400 contadini abbiano almeno un ettaro di terra utilizzato per pratiche di agroforestazione dinamica entro il 2025 e che altri 1000 inizino ad utilizzarle. Il progetto sta potenziando altri di sistemi di diversificazione del cibo (attualmente non prevede altri alberi) con una base più ampia di contadini, con l’obiettivo di raggiungere almeno 2500 agricoltori.

Bismark Kpabitey, un coltivatore di cacao socio di Kuapa Kokoo, ha capito che attraverso l’agroforestazione dinamica il suo cacao cresce meglio e allo stesso tempo lui non dipende più solo da una coltura.

“Inizialmente avevo piantato solo cacao che è una monocoltura. Dal momento che c’erano periodi prolungati senza piogge, abbiamo sperimentato un enorme tasso di mortalità delle piantine di cacao” ha commentato Kpabitey, aggiungendo che una percentuale tra il 70 e l’80 per cento delle nuove piantine potevano andare perdute entro la fine di ciascuna stagione. “Ma da quando questo sistema è stato introdotto, ci siamo resi conto che il tasso di mortalità si è ridotto davvero”. Ha aggiunto: “Oltre al cacao, piantiamo anche due varietà di fagioli, patate dolci. Rendono il suolo umido. A parte queste, abbiamo alcune colture annuali come batata, manioca, possiamo coltivare ogni specie di coltura pensi possa far bene alla terra. Puoi piantare 10 o più colture annuali nello stesso pezzo di terra. In aggiunta al cacao, piantiamo più alberi – differenti varietà di mango, avocado, arancia, la famiglia degli agrumi. Inoltre, legname e alberi che compensano il carbonio. Ciascuna pianta ha le proprie fasi di sviluppo: in questo modo preveniamo le complicazioni con nutrienti e anche con l’ombreggiatura. Se vai lì, è sempre bello, l’aria è davvero buona rispetto al sistema convenzionale dove dovevi lavorare in pieno sole”.

A oggi, 862 lotti che coprono 215 ettari sono stati convertiti all’agroforestazione dinamica con centinaia di nuove piantumazioni. Altri 1000 ettari sono stati piantati ora secondo i sistemi pratici di diversificazione del cibo. Più avanti, con l’estensione del progetto versione 2.0 che inizierà nel 2022, circa 2900 contadini saranno stati formati e avranno guadagnato tra il 25 e il 125 per cento in più grazie al denaro derivato dalle coltivazioni che hanno piantato.

Gli alberi di cacao stanno crescendo meglio con temperature più basse e una migliore combinazione del suolo e questo ha abbassato il tasso di mortalità di molto, solo del 10 per cento. Questo fa risparmiare sia denaro che tempo dedicato alla ripiantumazione.

Bismark Kpabitey

Costruire esperienza: personale per offrire supporto ai contadini per il futuro

Il progetto ha anche dato I fondi perché Kuapa Kokoo potesse selezionare 15 impiegati full time per supportare i lotti di agroforestazione dinamica e le nuove pratiche. In più, ha assegnato 19 persone già assunte per ricevere formazione e di conseguenza supportare i sistemi smart di coltivazione in modo più esteso.

Da qui al 2025, Kuapa Kokoo gradualmente prenderà il controllo e la gestione del Progetto. Quattro responsabili che erano assunti dal network dei produttori Fairtrade regionale, Fairtrade Africa, sono stati trasferiti già a Kuapa Kokoo. Più di 200 agricoltori già formati continueranno a essere guidati dal team di Kuapa Kokoo in modo che possano continuare a trasferire le loro conoscenze ed esperienze da contadino a contadino.

Sviluppo della catena del valore: costruire mercati per nuove colture

Una delle sfide rispetto alla diversificazione del reddito è che richiede compratori per le nuove coltivazioni o prodotti in modo che i contadini ottengano benefici finanziari. Sankofa prevedeva esplicitamente impegni per l’approvvigionamento di ulteriore cacao e di altre nuove colture di base, come la patata dolce.

Il progetto è stato anche condiviso con la Piattaforma svizzera per il cacao sostenibile, che mette insieme diversi stakeholder del Paese all’interno dell’industria del cacao e del cioccolato per incoraggiare ulteriori impegni di acquisto e specialmente per imparare dalle buone pratiche.

Il progetto Sankofa supporta gli obiettivi del governo ghanese per un cacao sostenibile che includono la riabilitazione, il miglioramento della produttività, la diversificazione del reddito e la biodiversità. Nella prossima fase del progetto, Fairtrade e Kuapa Kokoo collaboreranno ancora di più con l’Istituto di ricerca sul cacao del Ghana, che vuole studiare e accompagnare questo approccio.

Emelia Debrah, 51 anni, una coltivatrice di cacao, posa sotto una giovane pianta di cacao nella sua azienda agricola ad Alavanyo, Regione di Ahafo in Ghana.

Una filiera verso la carbon neutrality

Al contrario della carbon offsetting, in cui le aziende o gli individui investono in progetti che assorbono il carbonio altrove, il carbon insetting prevede la cattura del carbonio all’interno della catena di approvvigionamento di un’azienda.

Nell’agroforestazione dinamica, il carbonio è principalmente catturato piantumando differenti varietà di alberi. In più, il progetto Sankofa sta incorporando i crediti di carbonio che vanno ad accrescere alcuni dei fondi necessari per le piantine e per il supporto tecnico del progetto. Attraverso questo schema, Coop Svizzera intende contribuire con una riduzione di emissioni di CO2 di 75 mila tonnellate agli obiettivi del governo ghanese entro il 2028.

John Kwabena Narh, 45 anni, un coltivatore di cacao, posa davanti alla sua casa ad Alavanyo, regione di Ahafo, in Ghana. Fa parte del progetto Sankofa un progetto sul clima di Fairtrade che aiuta gli agricoltori ad adattarsi al cambiamento climatico.

La speranza per un futuro sostenibile nel cacao

John Kwabena Narh, un altro socio di Kuapa Kokoo che sta lavorando fin dal progetto pilota del 2018 con il metodo agroforestale dinamico, ora dedica un ettaro alla coltivazione della cassava, degli alberi da frutto, avocado, arancia, limone, olio di palma, noce di cocco e verdure, insieme agli alberi di cacao che stanno raggiungendo la fase produttiva dopo i consueti 5 anni previsti per la maturazione.

Ora John vede dei cambiamenti nella sua azienda agricola e ha speranza per il future: “Se continuiamo con l’agroforestazione dinamica, daremo un futuro ai nostri bambini” ha detto. Ma se torniamo ai metodi tradizionali non ci sarà futuro per le prossime generazioni”.

Continuare a sviluppare programmi come quello di Sankofa richiede investimenti e un impegno a lungo termine per un approvvigionamento sostenibile – nonché un senso di urgenza da parte di tutti nell’affrontare il cambiamento climatico che sta minacciando i mezzi di sussistenza di molti.

La conferenza sul clima COP27 sta proseguendo. È una possibilità per i contadini di essere ascoltati. Leggi la nostra lettera aperta che chiede un’azione urgente rispetto al clima e alla crisi della biodiversità. Parliamo anche di un modello economico sostenibile per coloro che producono il cibo nel mondo.

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